H2O, i sei fondi perdono altri 2,4 miliardi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-27

In quattro giorni l’incertezza sulla consistenza degli investimenti ha provocato circa 5,6 miliardi di euro di riscatti, riducendo di quasi il 30% il totale degli asset in pancia ai fondi

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I sei fondi di H2O finiti sotto lo scrutinio del mercato per gli investimenti in bond illiquidi e a rischio di conflitto di interessi hanno perso altri 2,4 miliardi di euro lunedì, giorno in cui hanno subito la più consistente fuga di sottoscrittori da quando è scoppiata la bufera sulla società controllata dalla banca francese Natixis. In quattro giorni l’incertezza sulla consistenza degli investimenti ha provocato circa 5,6 miliardi di euro di riscatti, riducendo di quasi il 30% il totale degli asset in pancia ai fondi. In una nota diffusa ieri H2O ha affermato che i deflussi netti “hanno rallentato significativamente” rispetto a lunedì e che martedì si sono registrati alcuni flussi significativi in ingresso, seppur non sufficienti a compensare i riscatti.

A Bloomberg l’asset manager ha quantificato in circa 450 milioni di euro i deflussi netti di ieri, pari a circa “cinque volte meno il picco” raggiunto lunedì. Attualmente le masse in gestione ammontano a 27 miliardi di euro. Da mercoledì i fondi della galassia H2O, distribuiti anche in Italia da diverse banche e società del risparmio gestito, sono sotto pressione a causa degli investimenti fatti in bond emessi da società appartenenti alla galassia del discusso finanziere tedesco Lars Windhorst, che ha chiamato nel board della sua Tennor Holding il ceo e fondatore di H2O Bruno Crastes. Per frenare i deflussi H2O ha venduto circa 300 milioni dei bond illiquidi e svalutato gli altri, oltre a togliere le commissioni d’ingresso per i nuovi sottoscrittori.

Il Sole 24 Ore fa intanto sapere che nella sala Carmagnola dell’hotel Cavalieri di piazza Missori, a Milano, ieri mattina Natixis ha incontrato i rappresentanti dei maggiori distributori italiani dei fondi della società di gestione H2O (al 50% controllata da Natixis): Azimut, Banca Generali, Bper, Bnl Bnp Paribas, Fineco, IWBank, Mediolanum, Widiba e altri.

Nelle stesse ore a Londra i vertici apicali di Natixis incontravano gli analisti finanziari e altri distributori internazionali. Se in origine lo scopo delle riunioni era quello di fare un normale punto della situazione della Sgr, alla luce delle notizie trapelate nei giorni scorsi sui potenziali conflitti d’interesse del fondatore del gruppo Bruno Crastes, l’incontro si è trasformato in una doverosa operazione trasparenza.

Peraltro H2O nei giorni scorsi ha anche comunicato di essersi liberata di quei titoli cedendoli sul mercato a un prezzo, dicono fonti vicine al dossier, determinato da due grandi banche internazionali e quindi comunicato alle Authority di controllo. Natixis dal canto suo ha anche fatto sapere che la parte residua dei titoli rimasti in portafoglio dopo le vendite effettuate nei giorni scorsi è inferiore al 2% degli asset (in origine variava dal 4 al 9%) che è stata svalutata e che ogni giorno è soggetta a valutazioni da parte del mercato che la rendono visibile.

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