La carica dei grillini contro lo Stadio della Roma a Tor di Valle

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-03-27

L’offensiva della corrente grillina che dall’interno del MoVimento 5 Stelle combatte contro lo Stadio della Roma a Tor di Valle riprende quota dopo l’intervista di Roberta Lombardi che ha chiesto l’ennesimo stop al progetto. Come in occasione della candidatura di Marcello Minenna a presidente di Consob, a muoversi sono i parlamentari e gli eletti vicini alla Lombardi …

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L’offensiva della corrente grillina che dall’interno del MoVimento 5 Stelle combatte contro lo Stadio della Roma a Tor di Valle riprende quota dopo l’intervista di Roberta Lombardi che ha chiesto l’ennesimo stop al progetto. Come in occasione della candidatura di Marcello Minenna a presidente di Consob, a muoversi sono i parlamentari e gli eletti vicini alla Lombardi e stavolta c’è anche Carla Ruocco tra i protagonisti:  «Il parere del Politecnico (sulla mobilità a Tor di Valle, ndr) dipinge scenari catastrofici: arresti per corruzione, interesse pubblico forse viziato, viabilità paralizzata. Una domanda alla giunta capitolina: chi ci guadagna?».

La battaglia è  stata ripresa dal senatore pentastellato Nicola Morra: «Una pausa di riflessione mi sembra doverosa. L’impianto si potrà fare, ma sempre in trasparenza», e serve a influenzare il voto sulla convenzione urbanistica che slitta ormai da anni: con cinque defezioni salta la maggioranza. I tecnici del Campidoglio, intanto, vanno avanti: si chiuderanno positivamente i controlli sull’iter richiesti dalla sindaca Virginia Raggi (volata ieri in Qatar, dove sono anche i dirigenti della Roma) e oggi ci sarà un nuovo incontro con i giallorossi sulla convenzione da portare in aula Giulio Cesare prima delle ferie estive.

carla ruocco stadio della roma tor di valle

Ovvero, quando saranno passati ben due anni dal voto in Conferenza dei Servizi e dalla delibera di novazione che ha cambiato il progetto della Giunta Marino. E gli occhi sono tutti puntati su Gemma Guerrini, assente (assieme a Monica Montella) al voto della delibera in Consiglio il 13 giugno 2017. Intanto l’avvocato amministrativista Gianluigi Pellegrino in un’intervista alla Gazzetta, in caso di stop al progetto «la Roma non avrebbe diritto a ricevere danni perché ancora la variante non è stata approvata né, tantomeno, è stata firmata la convenzione urbanistica». La scelta, dunque, sarebbe squisitamente politica? No, perché la Roma ha già speso soldi per il progetto (70 milioni di euro) e già questo smentisce Pellegrino. In più la delibera 32/2017 di novazione della dichiarazione di pubblico interesse è del 14/06/2017 cioè oltre i 18 mesi entro i quali la l. 241/90 considera congrua l’applicazione dell’autotutela.

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