Roberta Lombardi vuole fermare lo Stadio della Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-26

La consigliera regionale all’attacco di Virginia Raggi che non ha cacciato subito Marra e Lanzalone

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Roberta Lombardi rilascia un’intervista a Repubblica in cui va all’attacco frontale di Virginia Raggi e dei vertici del MoVimento 5 Stelle che non l’hanno ascoltata sul governo della Capitale. Ma soprattutto, la Faraona M5S chiede di annullare la delibera di pubblica utilità sullo Stadio della Roma a Tor di Valle, perché secondo lei non ci sarebbero penali da pagare:

Raggi ha preso le distanze ricordando che lei e De Vito eravate della corrente avversa.
«Ho detto a De Vito di dimettersi già a giugno, con un messaggio che ho reso pubblico, perché per me vale la regola di Gianroberto Casaleggio: quando hai un dubbio, nessun dubbio. Non mi risulta che Raggi abbia mai chiesto a Marra di dimettersi dopo gli articoli sui suoi rapporti con Scarpellini, né che abbia chiesto a Lanzalone di uscire dal cda di Acea dopo il suo arresto. Si è dimesso solo una settimana fa, dopo che ho ricordato ai miei colleghi nazionali che forse non era il caso stesse ancora lì».

Un’amministrazione che ha vissuto gli arresti di Marra, Lanzalone, De Vito, può continuare come se nulla fosse?
«Assolutamente no. Sullo stadio il consiglio comunale dovrebbe annullare in autotutela la delibera, perché, come ha detto la procura, è possibile ci sia stato un vizio nell’individuazione dell’interesse pubblico».

Non sarebbe un altro danno per Roma?
«In questo caso non ci sarebbero penali. E si può lavorare con l’AS Roma per individuare un nuovo sito. Sarebbe invece un danno per Parnasi, arrestato per corruzione, ma che alla firma della convenzione tra Eurnova e comune realizzerebbe una plusvalenza di 80 milioni di euro».

In realtà, la Roma ha già speso soldi per il progetto (70 milioni di euro) e già questo smentisce Lombardi (nel caso sarebbero questi i soldi da chiedere indietro ai consiglieri che annullano la delibera). In più la delibera 32/2017 di novazione della dichiarazione di pubblico interesse è del 14/06/2017, cioè oltre i 18 mesi entro i quali la legge 241/90 considera congrua l’applicazione dell’autotutela.

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