Green Hill, tre attivisti condannati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-25

I tre attivisti dell’associazione animalista ‘Coordinamento fermare Green Hill’ sono stati condannati oggi in primo grado a Milano a un anno e mezzo di carcere per avere occupato, il 20 aprile 2013, i locali del dipartimento di Farmacologia dell’Università Statale di Milano liberando un centinaio di cavie, tra cui topi e conigli che si trovavano …

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I tre attivisti dell’associazione animalista ‘Coordinamento fermare Green Hill’ sono stati condannati oggi in primo grado a Milano a un anno e mezzo di carcere per avere occupato, il 20 aprile 2013, i locali del dipartimento di Farmacologia dell’Università Statale di Milano liberando un centinaio di cavie, tra cui topi e conigli che si trovavano in gabbia in vista delle sperimentazioni. Il pm aveva chiesto un anno e tre mesi di carcere. Le accuse sono violenza privata, occupazione di edificio e terreno pubblico e danneggiamento aggravato.

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Nel 2013 i tre attivisti si erano rinchiusi dentro il quarto piano del Dipartimento di Farmacologia in via Vanvitelli 32 a Milano pubblicando su Facebook un video in cui mostravano gli animali nelle gabbie. Una volta dentro, hanno aperto le gabbiette, scambiato di posto topi e conigli messo in disordine etichette e documentazione. Gli animali sono diventati così `inservibili´ per continuare la sperimentazione. «I laboratori sono universitari e hanno tutte le autorizzazioni per fare quello che fanno – aveva raccontato al tempo uno dei ricercatori -. È inammissibile che nessuno abbia fatto niente per impedire che questi animalisti entrassero e rubassero animali da migliaia di euro, rovinando anni di studi a favore dei malati e di chi soffre».

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Il blitz venne seguito da una ‘trattativa’ di alcune ore con il rettore Gianluca Vago il quale, sentito in aula come teste, aveva spiegato che, a causa di quell’episodio, si verificò “la perdita dei finanziamenti legati alle singole ricerche già in corso, oltre alla perdita dei dati degli esperimenti in corso che blocco’ ulteriori ricerche e i finanziamenti che queste avrebbero generato”.

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