Il governo Conte alla ricerca dei soldi perduti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-06

Il MoVimento 5 Stelle e la Lega hanno aperto un libro dei sogni ma nel suo primo approccio in Parlamento l’esecutivo non ha spiegato dove troverà i soldi. Strano? No…

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Il discorso con cui Giuseppe Conte ha ottenuto ieri la fiducia in Senato e il bis di oggi alla Camera chiude definitivamente il percorso della crisi più orribile della nostra Repubblica, con il suo codazzo di accuse di tradimento della Costituzione al presidente poi rapidamente rientrate quando un intervento divino (o diabolico) ha fatto scoppiare la pace su Savona. Oggi però va segnalato che le parole di Conte hanno creato un elenco di cose da fare e nessuna copertura economica per il prezzo da pagare per ciascuna delle cose. Una circostanza su cui Dino Pesole sul Sole 24 Ore invita a fare una riflessione:

Si va dal «salario minimo orario» al reddito e alla pensione di cittadinanza, al debito pubblico che va ridotto azionando la leva della crescita. Obiettivo condivisibile a patto che si chiarisca in che modo si intende spingere sul pedale dello sviluppo per creare occupazione e lavoro stabile, con quali politiche economiche, industriali e fiscali.

Sulla flat tax a due aliquote, pare doveroso indicare entro quale arco temporale e con quali priorità saranno adottati i diversi “moduli”, e con quali risorse si finanzierà una riforma che a regime può costare fino a 50 miliardi. Cui andrebbero ad aggiungersi i 17 miliardi del reddito di cittadinanza e i 5 miliardi l’anno del “superamento” della legge Fornero. Un imponente volume di risorse che richiede coperture certe e strutturali.

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Infografica da: Il Sole 24 Ore

Al momento non si va oltre la “lotta agli sprechi e ai privilegi”, il taglio dei vitalizi e delle pensioni oltre i 5mila euro al mese, che hanno un valore simbolico ma con impatto minimo sui conti pubblici. In realtà solo un’attenta spending review da avviare proprio ora, a inizio legislatura, può garantire l’auspicata razionalizzazione della spesa aprendo gli spazi per la riduzione della pressione fiscale.

Conte parla di “alleanza finanziaria” tra fisco e contribuenti, ma occorre chiarire se tra le coperture che si vanno immaginando compaia anche la “pace fiscale” evocata nel “contratto” (un vero e proprio condono?). Entrate in ogni caso una tantum che non potranno coprire riduzioni permanenti delle tasse o aumenti di spesa corrente.

Il MoVimento 5 Stelle e la Lega hanno aperto un libro dei sogni e non è certo una sorpresa la virata in negativo dei mercati: mentre l’elettore ascolta le promesse, il ragioniere guarda la borsa vuota e piange per i soldi perduti (o meglio: ancora da recuperare): ben consapevole che poi toccherà a lui risolvere l’imbroglio. Mica a chi promette.

Leggi sull’argomento: La flat tax e il dipendente del call center

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