Mario Draghi e il governo Lega-M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-02

Cosa ha fatto cambiare idea a Salvini su Savona e sulla necessità di far nascere l’esecutivo gialloverde? Un retroscena del Corriere racconta di una telefonata di Giorgetti ricevuta nei giorni caldi della trattativa…

article-post

Nei giorni scorsi una serie di voci si erano addensate sulla formazione del governo Lega-M5S e su cosa avesse fatto cambiare idea a Matteo Salvini nei giorni tra martedì e giovedì, subito dopo la giravolta di Luigi Di Maio sulla messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica prima annunciata e poi precipitosamente ritirata dal MoVimento 5 Stelle.

Mario Draghi e il governo Lega-M5S

In un’intervista rilasciata a DiMartedì Salvini aveva continuato a professare fede nel nome di Paolo Savona al ministero dell’Economia, giurando e spergiurando che il professore era indispensabile al progetto di governo Conte su cui lui e Di Maio avevano trovato l’accordo e annunciava anche, a prescindere da come fossero andate a finire le cose, la possibilità di una candidatura dello stesso Savona (alle elezioni europee?). Eppure le voci di Roma parlavano di un cambio di prospettiva da parte della Lega e puntavano il dito su Giancarlo Giorgetti come l’uomo della mediazione in un ruolo che nel frattempo veniva furiosamente smentito dalla Lega. Ma cosa ha smosso le acque mentre si andava verso la deriva delle elezioni anticipate?

mario draghi giancarlo giorgetti governo lega-m5s

Oggi un articolo di Francesco Verderami sul Corriere della Sera dà sostanza a quelle voci e con la dovuta cautela sostanzia il nome pensato da tutti e pronunciato da nessuno all’interno del gossip romano: Mario Draghi.

Mercoledì sera, per esempio, la sera che ha cambiato il corso della legislatura, è entrato nella stanza dove c’era lo stato maggiore leghista ed è stato netto. «Ho parlato con il demonio», ha esordito sorridendo. Poi si è fatto serio: «Il governo va fatto, troviamo una soluzione su Savona e chiudiamo». «Chi è il demonio?», gli è stato chiesto. «È un italiano che non sta in Italia. È un mio amico».

Di amici Giorgetti ne ha tantissimi, una rete di relazioni che coltiva con riservatezza. Maroni, negli anni in cui era al Viminale, si rivolse a lui per conoscere Draghi, che all’epoca stava a Bankitalia. Alla fine del colloquio il titolare dell’Interno volle capire: «Ma gli dai del tu?». E l’altro: «Certo, è un mio amico». Insieme ad altre centinaia di amici, che stanno ai vertici dei maggiori istituti di credito, delle potenti fondazioni bancarie, delle maggiori aziende pubbliche e private.

Nei giorni scorsi Augusto Minzolini sul Giornale aveva raccontato che Berlusconi nei giorni caldi ha telefonato a Draghi che gli ha prospettato un quadro drammatico per i titoli a breve. Se lo spread va su – gli ha spiegato – e le agenzie abbassano il rating dell’ Italia, la BCE non può comprare i titoli italiani.

Un governo a prova di BCE?

Che Draghi conosca Giorgetti è fuori di dubbio, anche se il governatore è uomo di scarse relazioni politiche (e soprattutto: che fa scarso affidamento nella politica – o meglio: nei politici): pare quindi curioso che si sia infilato in un ginepraio come la politica italiana, soprattutto con un suggerimento così “hard” e non su temi che astrattamente non gli competono. Di certo, essendo Draghi nella vulgata pubblicistica un Potere Forte, la circostanza di aver in qualche modo avallato o suggerito o spinto per la nascita del governo Lega-M5S sarebbe presa con la giusta dose (una tonnellata circa, e ancora ne avanza) di sarcasmo nei confronti dei protagonisti di un esecutivo così tanto “del popolo” da aver rimediato anche l’avvocato d’ufficio.

E soprattutto, questo rappresenterebbe una nemesi epocale nei confronti di chi nei giorni scorsi aveva adombrato il sospetto della BCE dietro il complotto dello spread BTP-Bund in salita (e parliamo di autorevoli rappresentanti della maggioranza di governo). Ma forse si tratta, appunto, soltanto di gossip: di certo c’è che nessuno mai confermerà una vicenda come questa. Ne va della narrazione dell’intero governo.

Leggi sull’argomento: Lo spread e la fantastica storia del complotto della BCE contro l’Italia

Potrebbe interessarti anche