Come i governatori del Sud vogliono bloccare l’esodo del 4 maggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-30

La preoccupazione dei governatori del Sud è comune e basata sui numeri, ovvero i pochi posti ancora liberi sui treni in partenza da Milano per Napoli comunicati da Trenitalia in cui si annunciavano due nuovi convogli in partenza

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Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ieri ha parlato con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese con oggetto il secondo Esodo dal Nord a Sud che è in preparazione in vista del 4 maggio, ovvero la data che inaugurerà la fase 2 dell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19.

Come i governatori del Sud vogliono bloccare l’esodo del 4 maggio chiudendo i confini

La preoccupazione dei governatori del Sud è comune e basata sui numeri, ovvero i pochi posti ancora liberi sui treni in partenza da Milano per Napoli comunicati da Trenitalia in cui si annunciavano due nuovi convogli in partenza: «Le nuove corse – si legge nel comunicato – sono state aggiunte in vista della riapertura, da lunedì 4 maggio, di alcune attività lavorative previste dall’ultimo decreto del governo». Nella prima fase dell’emergenza sanitaria fra Napoli e Milano viaggiavano infatti solo due treni al giorno in considerazione dell’esiguo numero di spostamenti. Adesso, spiega il Mattino, De Luca teme per la Campania che, da giorni, registra una trentina di contagi al giorno. Non vuole impennate e per questo non ha archiviato l’idea di stoppare gli arrivi. Non chiudere i confini come minacciato l’altra settimana ma una quarantena di due settimane per chi arriva da fuori regione.

Non solo con quelle del Nord: ma solo per evitare che s’inneschi una nuova polemica con gli altri governatori. Anche se stavolta è più delicato. Con le altre regioni che potrebbero regolarsi in egual modo nei confronti di chi arriva dal Mezzogiorno. E non sono pochi perché da lunedì riaprono le aziende veneto-lombarde e in molti dal Sud viaggeranno verso Nord. Iniziano gli spostamenti per lavoro insomma e diventa più difficile far scattare la quarantena per chi deve riprendere l’attività in fabbrica. Per questo si attende l’evoluzione dello stato dell’arte e il ministro dell’Interno, nel colloquio di ieri, ha tenuto a rassicurare il presidente della Campania.

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Coronavirus: i contagi in Campania (Il Mattino, 30 aprile 2020)

Da lunedì scattano però anche le nuove regole di distanziamento sui mezzi pubblici. E il nuovo criterio di assegnazione dei posti a sedere di Trenitalia prevede il 50 per cento di riempimento del treno così da permettere la distanza fra i passeggeri. Pertanto,considerando mediamente 250 posti su 500 su ogni convoglio, i posti disponibili saranno circa 3000. Intanto polizia, carabinieri, Finanza e vigili urbani saranno dislocati in tutti i punti sensibili delle città. Dove cioè potrebbero crearsi assembramenti. Dalle fermate degli autobus, a quelle della metropolitana. E poi stazioni ferroviarie e i vari capolinea dei tram. Stesso discorso per i parchi e le ville: da lunedì le aree verdi riapriranno i battenti, ma con regole ferree legate al distanziamento fisico con il divieto di giochi di gruppo all’aria aperta.

Il Sud in rivolta sui rientri dal Nord

Intanto il presidente della Sardegna Christian Solinas ha trovato la soluzione del passaporto sanitario, ovvero una certificazione in cui si attesta il risultato negativo di un tampone fatto negli ultimi sette giorni per chi sbarcherà in nave o in aereo nell’isola. È evidente però che questo non sarà valido per tutti, visto che la gran parte di quelli che si muoveranno non avrà certamente fatto il test del tampone (e poi perché gli ultimi sette e non sei, cinque, quattro, etc?). In Sicilia l’assessore alla Salute Ruggero Razza dice che sta studiando un protocollo con gli operatori turistici per gestire in sicurezza i flussi interni alla regione. Infine, c’è il tema della riapertura differenziata:

In questo senso, la disponibilità del ministro Francesco Boccia («Dopo il 18 maggio potremo pensare ad aperture differenziate nelle Regioni») ha rassicurato in parte i governatori. Il tema l’ha posto ieri in videoconferenza Marsilio: «Non vedo perché parrucchieri e barbieri, per fare un esempio, debbano attendere sino al primo giugno. Ma io sono per allargare ancora e concedere la riapertura, a partire dal 18 maggio, a chiunque sia in regola con i protocolli di sicurezza». In discussione, in alcune regioni, il via anticipato (a metà maggio) anche per la ristorazione e non solo per l’asporto.

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La diffusione del contagio regione per regione (La Stampa, 30 aprile 2020)

Una soluzione supportata dai dati, visto che i grafici elaborati da Gimbe mostrano un’area «verde», con pochi contagi e trend di crescita settimanale sotto il 10%, composta da ben nove regioni, con Umbria, Sardegna, Calabria e Basilicata che, con un incremento dei pochi casi sotto il 5%, potrebbero fare apripista.

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