Politica
Gli USA e i legami M5S-Lega-Putin
Alessandro D'Amato 30/03/2017
Gli Stati Uniti puntano il dito contro “l’esteso impegno di Mosca a sostenere forze politiche intenzionate a sfidare gli establishment nazionali”. E parlano di possibili attacchi digitali per influenzare le prossime elezioni
Gli Stati Uniti mettono in guardia il governo italiano sul legami tra il MoVimento 5 Stelle, la Lega Nord e la Russia. E puntano il dito contro “l’esteso impegno di Mosca a sostenere forze politiche intenzionate a sfidare gli establishment nazionali”. Ne parla oggi La Stampa in un articolo a firma di Paolo Mastrolilli che segnala come fonti governative americane abbiano messo in allarme il governo italiano riguardo l’influenza che la Russia sta cercando di avere sulle prossime elezioni italiane.
Gli USA e i legami M5S-Lega-Putin
Non le uniche su cui Mosca ha messo gli occhi, ovviamente. Il pericolo maggiore segnalato dagli americani riguarda Marine Le Pen e la Francia oltre che la campagna di stampa che ha colpito Macron. E ancora: tra gli obiettivi dei russi ci sono anche le presidenziali in Serbia e il voto di settembre in Germania. Gli Stati Uniti partono dall’influenza cercata (e forse avuta) nella campagna elettorale di Trump, su cui da tempo indaga l’FBI e che potrebbe ripetersi negli appuntamenti elettorali europei:
All’origine di tali sviluppi ci sono le conseguenze dell’Election Day. Quando l’intelligence americana è arrivata alla conclusione che il Cremlino aveva gestito le incursioni degli hacker nell’archivio digitale del Partito democratico, per rubare documenti con cui deragliare la candidatura presidenziale di Hillary Clinton, l’apparato governativo degli Usa si è attivato per comprendere meglio le dimensioni e lo scopo di questa strategia. Quindi si è convinto che la Russia sta cercando di dividere e indebolire l’intero Occidente, favorendo le formazioni politiche che mettono in discussione le alleanze storiche e più recenti tra le due sponde dell’Atlantico.
Questa offensiva era già presente negli Stati baltici, che avendo fatto parte dell’Unione Sovietica sono abituati a simili tattiche di propaganda e manipolazione, e le riconoscono in fretta. Discorso analogo per la Serbia e l’intera area della ex Jugoslavia. L’operazione però si è allargata anche al resto dell’Europa occidentale, che secondo gli analisti di Washington è meno pronta a capirla e difendersi. Perciò il governo Usa si è attivato, con missioni discrete che hanno riguardato anche l’Italia. Gli obiettivi di Mosca sono tutti i Paesi dove nei prossimi mesi sono in programma le elezioni, che per la loro natura democratica consentono di infiltrare i sistemi politici e cercare di condizionarli.
Il rischio dell’influenza sulle elezioni
E gli americani rivolgono particolare attenzione agli attacchi digitali. Mentre qualche tempo fa anche il Guardian mise in guardia l’Italia sui rapporti tra M5S e Putin:
In Italia il sistema digitale è meno sviluppato di quello americano, e i nostri apparati contano anche sul naturale scetticismo degli elettori per depotenziare eventuali offensive. Nel mondo di oggi, però, non serve molto: basta intercettare una mail o una lettera, per demolire un candidato o un partito. Poi ci sono i rapporti personali diretti. Ha sorpreso, ad esempio, la visita di una delegazione italiana che qualche tempo fa è andata in Lituania, dialogando con la comunità di origine russa nel Paese.
Rilevanti sono anche gli incontri con le ambasciate, che sono leciti, ma possono andare oltre la cortesia diplomatica. M5S e Lega non hanno fatto mistero dei contatti avuti con Mosca, e ciò ha suscitato preoccupazione, anche se in scala diversa. L’attenzione riservata dal governo americano a questi fenomeni è maturata prima dell’entrata in carica della nuova amministrazione Trump, e delle stesse presidenziali dell’8 novembre. Finora se ne sono occupati funzionari di carriera non partisan, e la loro attività è completamente slegata dalle inchieste in corso all’Fbi e al Congresso sulle eventuali complicità tra gli hacker russi e la campagna del candidato repubblicano.
Mentre Marcello Sorgi, sempre sulla Stampa, sostiene che “non ci vuol molto a capire che nell’Europa di oggi noi siamo i più facili da destabilizzare; e l’Italia, per la sua importanza di Paese fondatore, può innescare una reazione a catena fino a minacciare la tenuta del sistema dell’euro e dell’Unione. Per questo, la simpatia con cui i 5 stelle venivano guardati da Oltreoceano nel 2013, adesso ha mutato segno”.