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Tutte le volte che Giulia Sarti ha inneggiato all’onestà
neXtQuotidiano 27/02/2019
I tweet della deputata che fa la ramanzina agli altri partiti. E lo status in cui annunciava le dimissioni da deputata mai rispettato
Giulia Sarti non dà segni di esistenza politica da ieri pomeriggio, ovvero da quando, sollecitata da Rocco Casalino al telefono insieme alle Iene, ha ammesso di non aver mai ricevuto pressioni da lui e da Ilaria Loquenzi per denunciare l’ex fidanzato Bogdan Andrea Tibusche per la scomparsa di ventimila euro dalle restituzioni del MoVimento 5 Stelle al fondo del microcredito.
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Tutte le volte che Giulia Sarti ha inneggiato all’onestà
In compenso però circolano molto su Twitter e Facebook tutti i tweet di questi anni in cui Giulia Sarti ha inneggiato all’Onestà del M5S e alla disonestà degli altri partiti. Come questo video promozionale del M5S in cui si festeggia la spazzacorrotti: il testimonial d’eccezione è proprio l’ex presidente della Commissione Giustizia:
VI ASPETTIAMO IN TUTTE LE PIAZZE D’ITALIA PER LO #SPAZZACORROTTIDAY!
Il vento sta cambiando e vogliamo informarvi sulla nuova legge anticorruzione.
Domani scenderemo in piazza per confrontarci con tutti i cittadini su questa riforma.Non mancate!@GiuliaSarti86 pic.twitter.com/QUQOzEmCrk
— Movimento 5 Stelle (@Mov5Stelle) 21 dicembre 2018
Poi ci sono i tanti tweet in cui spiegava che l’onestà non si compra, “o ce l’hai di tuo o sei come loro”, sosteneva la Sarti taggando Riccardo Nuti, poi finito a processo per le firme false a Palermo.
C’è anche lo status in cui festeggia per l’arresto di un onorevole e ricorda che l’onestà tornerà di moda:
O questo in cui auspica una classe politica “onesta e trasparente”:
Poi c’è lo status su Facebook in cui Giulia ricorda che la politica è una cosa seria e richiede onestà e dignità:
E che dire dell’invito alla Notte dell’Onestà organizzata dal MoVimento 5 Stelle:
Intanto sulla sua pagina Facebook fioccano i commenti che le ricordano la questione di Bogdan. D’altro canto lei aveva detto che se la questione non fosse stata risolta prima del suo ingresso in Parlamento avrebbe rifiutato la proclamazione a deputata.
Il tempo è passato, la proclamazione c’è stata e l’inchiesta su Bogdan intanto prendeva la piega che sappiamo. Fino alla deflagrazione di ieri. Con le conseguenze di oggi, ovvero il pollice verso di Di Maio: “Le sue dimissioni sono un atto doveroso, ora i probiviri dovranno accertare l’espulsione che credo sia doverosa”.
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