La telefonata tra Casalino e Giulia Sarti prima delle dimissioni

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-02-27

La “famosa” chat in cui la deputata Sarti scarica la colpa della denuncia di Bogdan Tibusche su Loquenzi e Casalino non dimostra che sapessero. E una telefonata con le Iene di ieri è alla base delle sue dimissioni. Ma la storia potrebbe complicarsi con la denuncia per calunnia

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C’è una telefonata tra Giulia Sarti e Rocco Casalino al centro delle dimissioni della deputata da presidente della Commissione Giustizia alla Camera. Una telefonata, racconta oggi il Fatto, mentre Le Iene chiedevano conto della chat tra lei e Bogdan Andrea Tibusche in cui Sarti sostiene che siano stati “Ilaria e Rocco” (ovvero lui e Ilaria Loquenzi) a dirle di incorparlo dei bonifici non effettuati nella Rimborsopoli a 5 Stelle.

 

La telefonata tra Giulia Sarti e Rocco Casalino

Le Iene, racconta il Fatto, gli chiedono se davvero, come Tibusche sostiene di aver saputo dalla Sarti, sono stati lui e Ilaria Loquenzi a spingere la deputata a denunciarlo, per salvarsi la faccia. Casalino, fanno sapere da Italia1, mostra una vecchia chat ormai cancellata e chiama in diretta la deputata. Che scoppia in lacrime e dirama un comunicato in cui smentisce la teoria dei “mandanti” e annuncia dimissioni e autosospensione. E la chat? Eccola qui:

Sarti: «Le Iene hanno i nomi da mesi e mi hanno chiesto se denuncio te perché mi stanno chiedendo come uscire da questa storia. Io ho detto di no e mi piglio tutta la colpa».

Tibusche: «Denunciare me… Te l’hanno chiesto le Iene?»

Sarti: «No no, me l’ha chiesto Ilaria con Rocco. Per salvarmi la faccia… Cinque sono fuori ma ho detto di no. Però tesoro è finita, ora devo restituire quei 23.500 euro. Stasera ho parlato con la comunicazione. Domattina devo fare un post su Facebook, avrò lo stesso trattamento di Cecconi e Martelli».

Tibusche: «Io mi sparo».

Sarti: «No è inutile che fai così forza dai, si affronta. Devo firmare il foglio in cui rinuncio ad essere eletta. Cioè tutto il restituito non conta nulla?».

Tibusche: «Sono penosi mi dispiace tesoro, sono a pezzi».

Sarti: «Devo scrivere un post domattina e Ilaria lo controlla. Nei Tg è già uscito il mio nome stasera. Mi stanno tempestando. Ora bisogna capire come tutelare Marco e tutto il gruppo di Rimini. Faccio quello che mi ha detto Ilaria. Un post su Facebook domattina».

 

L’accordo tra Sarti e Bogdan

Le carte di Bogdan, che qui in Italia si fa chiamare Andrea De Girolamo, hanno convinto il pubblico ministero di Rimini Davide Ercolani a chiudere l’inchiesta richiedendo l’archiviazione, sulla quale ora deve decidere il giudice. Repubblica pubblica un altro brano della discussione tra i due:

Il 14 febbraio, alle 19.42, Sarti scrive: «Ti devo denunciare, ci sono più di 12mila euro da ottobre a oggi che ti sei versato». L’ex compagno cade dalle nuvole: «Denunciare per cosa? Mai preso un cent senza che tu lo sappia». E ancora: «Te ne vuoi uscire così, va bene, ma sai che non è così». «Pensaci bene se puoi dimostrare la truffa (…) Abbiamo sbagliato entrambi tesoro. Nessuno ha truffato nessuno». Lei insiste: «Sono sotto un treno. Sto passando come una ladra quando non ho intascato un solo centesimo…». La denuncia parte e stavolta è Bogdan a reagire: «Chiamo i giornali pure io…cominciamo la guerra?».

Bogdan Tibusche e Giulia Sarti si erano conosciuti all’epoca del furto di contenuti dalla mail della deputata, quando il deputato Angelo Tofalo aveva presentato alla grillina l’uomo che a suo parere avrebbe dovuto scoprire chi era responsabile del leak dei suoi dati e delle sue foto su Internet. L’indagine non approdò a nulla ma lui divenne il suo fidanzato e il suo collaboratore alla Camera. Lei pagò anche il suo affitto a Salerno. Lui invece gestiva i rimborsi, anche se a volte i soldi sul conto non ci sono. E allora l’ideona di far partire un bonifico per pubblicare la ricevuta, salvo annullare il pagamento poco dopo. A un certo punto Sarti presta anche soldi ai genitori per comprare un’auto («Con quale faccia non aiuto mio padre», confida in chat).

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Come è andata davvero tra Loquenzi, Sarti e Casalino?

Salvo la pubblicazione di altri documenti compromettenti, che in questa storia ricca di colpi di scena è difficile da escludere, ad oggi non c’è nessuna prova del coinvolgimento reale di Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino nella vicenda. A dire che le hanno chiesto di fare qualcosa è Sarti, ma non c’è la prova che lo abbiano fatto davvero mentre la situazione di alta tensione sviluppatasi in quei giorni e i precedenti di Sarti, oltre alla sua smentita di ieri, ci fanno dire che i nomi dei due potrebbero essere stati spesi dalla deputata per rendere meno amara la pillola della denuncia a Bogdan Tibusche.

Loquenzi e Casalino sarebbero dunque stati tirati in ballo solo ed esclusivamente per giustificare la denuncia ed evitare la (prevedibile) reazione di Bogdan di fronte ai rischi di un’inchiesta nei suoi confronti. Tuttavia è evidente che ci saranno ulteriori sviluppi giudiziari nella vicenda a prescindere dall’archiviazione richiesta dai pubblici ministeri. L’avvocato di De Girolamo, Mario Scarpa, ha infatti annunciato una denuncia per calunnia o una richiesta di risarcimento danni nei confronti di Sarti. La prima accusa in teoria regge, visto che la calunnia è il reato di chi accusa qualcun altro davanti ai magistrati di un reato sapendolo innocente, e quella chat parrebbe dire che la Sarti era consapevole di tutto mentre andava in procura.

Dall’altra parte la calunnia è perseguibile d’ufficio e quindi non si capisce perché il PM non abbia già agito in questo senso, se non pensando che abbia prove che smentiscono la possibilità. Ovvero che non considerano possibile la ricostruzione di Tibusche. Proprio per questo Loquenzi e Casalino farebbero bene a denunciare e querelare per fugare ogni dubbio.

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