Giorgia Meloni querela tutti. Ma tutti chi? Le accuse contro “DiMartedì” e “Otto e mezzo” | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-16

Il filmato condiviso sui social dalla leader di Fratelli d’Italia in cui annuncia denunce contro le trasmissioni e gli ospiti di La7

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Tutti. Nessuno escluso. Forse. Già nei giorni scorsi Giorgia Meloni aveva citato, parzialmente, Charles de Gaulle dicendo: “La ricreazione è finita”. E ora, dopo i messaggi scritti, la leader di Fratelli d’Italia è passata ai video per annunciare querele contro quelle trasmissioni – di La7 – che negli ultimi giorni hanno ospitato commenti su quel suo comizio in Spagna a sostengo del movimento di estrema destra Vox.

Giorgia Meloni annuncia querele contro tutti, partendo da La7

Giorgia Meloni ne ha per tutti. Il video realizzato dal suo staff social parte con qualche filmato tratto dalle recenti puntate di “Otto e Mezzo” e “Di Martedì”. Poi inizia il suo annuncio di querele.

“Quelle che avete visto sono una serie di accuse, minacce mistificazioni, insulti andati in onda su un’unica rete televisiva, La7, in appena 24 ore. C’è un po’ di tutto. L’accusa di fare una propaganda assassina, quella di essere una buffona, di essere circondata da nazisti, riferimenti più o meno velati a Mussolini e Hitler. A Putin, alla quale vengo accomunata nonostante tutti conoscano le mie posizioni sulla guerra in Ucraina. C’è anche un conduttore che mi definisce “la donna nera”. Da una parte uno dovrebbe essere contento di vedere questa gente ricorrere al suo peggiore armamentario senza avere argomenti reali. Gente così rabbiosa, così disperata. Così invidiosa da reagire con questo livore al fatto che continui a vincere. I loro racconti non se li beve più nessuno, non se li fila nessuno. Dall’altra, però, io penso ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in questo. Perché quando dici a milioni di italiani che io sono un pericolo, una persona pericolosa per la storia, una persona che potrebbe – per paradosso – uccidere milioni di persone, invadere uno Stato o fare cose che hanno fatto le persone alle quali vengo accomunata, il rischio che qualcuno decida di liberare il mondo da questa persona così pericolosa, perché magari ha qualche rotella fuori posto e non capisce il gioco, c’è. E allora io che, forse per troppo tempo, ho consentito che si uscisse fuori dai limiti, perché io sono una persona che ha sempre detto quello che pensa, ma non sbaglio mai a parlare, non ho bisogno di usare questi toni, questi metodi, per fare campagna contro i miei avversari che oggi stanno tutti parlando solo di me. Quindi ho deciso che intanto querelo tutti quelli che si sono permessi di dire una parola sbagliata, e non tanto per me perché io continuerò ad andare avanti e questi non li guardo neanche più. Lo faccio perché voglio sapere se in questa Nazione c’è ancora il diritto di non essere di Sinistra, senza rischiare di diventare vittime dello spostato di turno perché gli hanno insegnato a odiarti. Ora basta signori, ora iniziamo tutti ad assumerci le nostre responsabilità”.

Nel filmato, tra i tanti estratti, c’è anche quello di Enrico Letta che – ospite di Giovanni Floris – si è limitato a dire di pensare “tutto il male possibile” del discorso di Giorgia Meloni al popolo di Vox. Un giudizio che non può essere definito diffamatorio. Nel resto della denuncia social, la leader di Fratelli d’Italia se la prende con altri personaggi che tra “Otto e Mezzo” e “Di Martedì” hanno aspramente criticato quel comizio in Spagna per i toni e le parole usate nei confronti dell’immigrazione e della “lobby LGBT”.

Si parte da Ginevra Bompiani che l’ha definita “molto più buffona di Salvini, perché è una vera buffona”, per poi dire che i “nazisti ci sono già, i nazisti circondano la Meloni. Poi si passa alle parole della filosofa Rosi Braidotti a “Otto e Mezzo: “Come tono ricalca la rabbia micidiale di Putin e Kirill, pure loro rivendicano i valori sacri di Dio, patria e famiglia che però li vedono come caratteristici della Russia e in totale decadenza nell’Occidente”. La filosofa ha detto che i toni utilizzati da Giorgia Meloni in Spagna ricalcano la misoginia e l’omofobia. E le querele, dunque, potrebbero partire proprio da lì. Ma ancora non è noto chi sarà realmente denunciato.

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