Opinioni
L’Apocalisse in arrivo sul governo
di Mario Neri
Pubblicato il 2019-05-23
«In giugno verrà la grandine. E i più deboli ed esangui saranno i primi a cadere…»: non è un versetto dell’Apocalisse ma una frase attribuita da Marco Cremonesi del Corriere della Sera a Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e “braccio destro” di Matteo Salvini. Ovvero proprio il politico che da quando è nato […]
«In giugno verrà la grandine. E i più deboli ed esangui saranno i primi a cadere…»: non è un versetto dell’Apocalisse ma una frase attribuita da Marco Cremonesi del Corriere della Sera a Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e “braccio destro” di Matteo Salvini. Ovvero proprio il politico che da quando è nato il governo gialloverde gioca nel ruolo di poliziotto cattivo con i grillini, simulando l’arrivo di una Grande Rottura del Patto e del Contratto che sembra il nemico di Giovanni Drogo nella Fortezza Bastiani: sempre in attesa, mai in arrivo.
Giorgetti, ipotizza il Corriere, forse si riferisce soltanto alle decisioni che verranno prese nella Commissione Ue:
Il 5 del prossimo mese entrerà nel vivo la discussione sulla procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per eccesso di debito. Di più, però, non è dato sapere. Perché lui s’infila in macchina nel cortile di Palazzo Chigi e fa guizzare un sorriso ironico: «Non torno…». Una battuta sul fatto che poco prima, in un traboccante incontro con i giornalisti della stampa estera, aveva detto di essere «dispostissimo a fare un passo indietro, se me lo chiedono e se non ritengono utile la mia posizione».
Eppure sono giorni che Giorgetti profetizza e minaccia, secondo uno schema ben conosciuto della politica che è quello di tirare la corda evitando di spezzarla ma portandola agli estremi per far trasparire l’estrema insoddisfazione nei confronti di un accordo di governo. Ma in politica (come nella vita) contano i fatti, non le parole: se alla Lega non piace più questo esecutivo perché “paralizza il paese” non ha che da farlo cadere e provare a vincere da sola le elezioni.
Se invece bisogna cercare di fregare gli elettori dimostrando che si è diversi dal M5S quando è periodo di campagna elettorale, salvo poi rientrare nei ranghi non appena è passata la festa, allora si tratta solo di piccole tattiche paracule. E chissà perché, ogni volta che si promette l’Apocalisse poi al massimo arriva un po’ di pioggia e basta.
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