Un altro grosso guaio per il maggiore Scafarto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-12

“L’attuale presenza in servizio di Scafarto e Sessa, in un contesto gravissimo di operazioni di falsi e depistaggio quanto alle numerose indagini connesse in corso, va a incidere concretamente in un contesto in evoluzione su cui tali soggetti sia in rapporto ai subordinati che all’interno della scala gerarchica dei Carabinieri, alcuni dei quali soggetti iscritti …

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“L’attuale presenza in servizio di Scafarto e Sessa, in un contesto gravissimo di operazioni di falsi e depistaggio quanto alle numerose indagini connesse in corso, va a incidere concretamente in un contesto in evoluzione su cui tali soggetti sia in rapporto ai subordinati che all’interno della scala gerarchica dei Carabinieri, alcuni dei quali soggetti iscritti per rivelazione del segreto”, al punto che le stesse indagini “possono essere danneggiate o forzate per conclusioni non veritiere”. Per questo il giudice per le indagini preliminari di Roma ha deciso di sospendere per un anno dai pubblici uffici il maggiore Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa, mentre l’indagine sugli inquinamenti delle prove nell’inchiesta CONSIP va avanti e si mette sempre peggio per i due. La revoca al Noe della delega delle indagini, disposta dalla Procura di Roma nel marzo del 2017 nell’ambito degli accertamenti Consip, considerato “un fatto rarissimo”, avrebbe dovuto consigliare il maggiore Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa “di agire in modo retto, probo e osservante dei propri doveri verso la legge e le istituzioni di riferimento e quelle di appartenenza”. E invece “sembra essere stata proprio questa appartenenza l’occasione prossima per consumare altri delitti per le finalità di depistaggio”, scrive infatti il GIP.
giampaolo gianpaolo scafarto
Secondo Gaspare Sturzo, Scafarto e Sessa, risultando ancora in servizio, “sono in grado di trarre occasione prossima dall’uso attuale dei poteri di polizia giudiziaria connessi al ruolo di ufficiali dei Carabinieri”. Per Scafarto, già indagato per falso e rivelazione del segreto d’ufficio, è scattata anche l’ipotesi di depistaggio. Stessa ipotesi per Sessa, già iscritto sempre per depistaggio in relazione alle false dichiarazioni rese al pm. La nuova accusa di depistaggio si riferisce all’eliminazione delle comunicazioni intercorse tra i due al fine di sviare, secondo l’accusa, le indagini della procura sulla fuga di notizie riguardanti l’inchiesta a suo tempo aperta a Napoli su Consip.

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