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Dai fratelli Abbagnale a Oronzo Canà: i momenti iconici di Giampiero Galeazzi in tv | VIDEO

neXtQuotidiano 12/11/2021

Giampiero Galeazzi è morto questa mattina a Roma, ma le sue telecronache per la Rai rimarranno per sempre indelebili nella memoria di tutti, appassionati sportivi e non

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Giampiero Galeazzi si accompagna a un modo di raccontare lo sport che oggi non c’è più. Il suo microfono Rai arrivava dove adesso non è più consentito, in campo, negli spogliatoi, nella folla: è lì che raccoglieva le emozioni alla fonte, abbattendo la parete di plastica che si crea negli incontri apparecchiati e fintamente improvvisati di oggi. Oggi che è scomparso, lasciando un vuoto enorme tra amici e colleghi, non si può non omaggiarlo con alcuni preziosi momenti televisivi del passato che ci ha regalato.

Il più iconico, forse il più ricordato, è l’accorato racconto del successo di Giuseppe e Carmine Abbagnale nel canottaggio alle Olimpiadi di Seoul 1988. Una telecronaca rimasta nella leggenda, portata avanti con passione ma anche competenza, essendo stato lui stesso campione nella disciplina prima di passare in cabina di regia per raccontarla


Emozioni ripercorse anche a Sydney 2000, quando il K2 spinto da Beniamino Bonomi e Antonio Rossi guadagnò il gradino più alto del podio: “E andiamo che controlliamo questo ritorno della Svezia e dell’Ungheria. C’è ancora luce. Ci sono 250 metri, per la gloria e Per la conquista della medaglia d’oro. L’Ungheria che attacca la Svezia, Rossi che adesso alza ancora il numero dei colpi, 116,118, alé Antonio, vai che sei più forte del mondo, alle Beniamino andiamo a vincere, andiamo a vincere ancora. E questo è il K2 italiano. Si guarda a sinistra, si guarda a destra e vince. l’Italiaa. Vince l’Italiaaa! L’italiaaaa”.

Non solo canottaggio, però. Galeazzi c’era anche per il calcio. Enorme estimatore di Maradona, che andava rincorrendo prima delle partite alle quali era inviato per avere una dichiarazione dell’ultimo minuto, viene ricordato per un “siparietto” in cui fa scambiare sportivamente alcune battute a Diego e Karl Heinz Rummenigge prima di un Inter-Napoli.


È stato inoltre testimone diretto di due storici capolavori sportivi, il primo scudetto del Napoli nell’87


E l’ultimo vinto dalla Lazio nel 2000, momento in cui fu acclamatissimo dai tifosi biancocelesti fuori l’Olimpico, che lo riconobbero come tifoso laziale

Iconica anche la sua intervista a Agostino Di Bartolomei del 1983, anno dello Scudetto della Roma, quando i capitano giallorosso prima di un match contro l’Avellino a una domanda sul “traguardo vicino” gli rispose: “In porto arriveremo sicuramente, vediamo di arrivarci col vessillo“


Il suo lavoro era la sua passione, tanto che era arrivato a “fingere” di svolgerlo per il grande schermo: Galeazzi appare infatti anche nel film “L’allenatore nel pallone” del 1984, mentre intervista Lino Banfi che interpreta il mitico Oronzo Canà

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