Oltre 2mila tifosi a Roma per l’ultimo saluto a Sinisa MIhajlovic

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-12-19

L’affetto che circondava Sinisa Mihajlovic è apparso in tutta la sua potenza oggi, nel giorno dei funerali a Roma

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Lo scorso 16 dicembre, la morte di Sinisa Mihajlovic, che si è spento a 53 anni a causa di una forma aggressiva di leucemia con cui combatteva dal 2019, ha sconvolto il mondo dello sport e non solo. L’affetto che circondava l’ex calciatore e l’ex allenatore del Bologna è apparso in tutta la sua potenza oggi, nel giorno dei funerali, fissati alle 11.30 alla basilica degli Angeli e dei Martiri a Roma. Già alle 10, fuori dalla Chiesa si erano radunate oltre 2mila persone: tifosi della Lazio soprattutto, ma anche bolognesi, interisti, milanisti, sampdoriani e della Stella Rossa.

Funerali di Mihajlovic a Roma, il lungo applauso all’arrivo del feretro. Il mondo del calcio unito per l’ultimo saluto

La folla ha accolto l’arrivo del feretro, seguito dalla famiglia dell’ex allenatore, con un lungo e commosso applauso. Molti gli ospiti d’onore accorsi per dare l’ultimo saluto a Mihajlovic: una delegazione del Bologna con i calciatori, giocatori e dirigenza della Lazio, il ministro dello Sport Andrea Abodi e quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il ct e grande amico Roberto Mancini, Stefano Fiore, Vincenzo Montella, Claudio Lotito, Massimo Ferrero, Giovanni Malagò, il presidente del Torino Urbano Cairo e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Nella basilica anche Gianluca Vacchi e Paolo Brosio. Presenti Gigio Donnarumma, Francesco Totti e Daniele De Rossi, oltre a Gianni Morandi, Serse Cosmi e l’ex portiere della Lazio Bruno Conti. In chiesa è stata fatta entrare anche l’aquila Olimpia, simbolo della Lazio, che poi stata fatta uscire qualche minuto dopo. I funerali sono stati celebrati dall’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi, che per l’occasione ha letto la lettera di San Paolo agli Efesini:

Dio vuole che la morte, che è sempre ingiusta, faticosa e dolorosa, sia la nascita. È lui a sperimentarlo per primo. Il legame che sembra spezzato dalla morte in realtà diventa invisibile e spirituale, è solo amore. Ci stringiamo tra noi anche un po’ fisicamente come stiamo facendo, vorrei che tutti sentiste l’affetto di questa Chiesa. La sua squadra del cuore era la sua famiglia.

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