“La Chiesa è omofoba, io mi sbattezzo”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-21

A parlare è Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi, che da tempo si batte in favore dei diritti LGBT e del ddl Zan

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Quella lettera del Vaticano a Mario Draghi (passando per la Farnesina) sul ddl Zan ha provocato moltissime reazioni politiche. C’è chi, come la Lega (ma anche Fratelli d’Italia e alcuni esponenti di Forza Italiana), ha deciso di fregiarsi di quella richiesta di modifiche al testo del Ddl Zan facendo sue quelle parole. Ma c’è anche chi dice non e si oppone all’ingerenza della Chiesa che va ben oltre il Concordato. Oggi, tra le pagine del quotidiano La Repubblica, troviamo un’intervista rilasciata da Francesca Pascale che spiega come l’atteggiamento dei Vescovi italiani (e non solo) sia puramente discriminatorio e contro i principi della tolleranza indicati nelle Sacre Scritture.

Francesca Pascale dice che la Chiesa è omofoba e vuole sbattezzarsi

Da tempo, ancor prima di iniziare la sua relazione con la cantante Paola Turci – dopo il fidanzamento con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi -, Francesca Pascale si è schierata in favore dei diritti LGBT e del ddl Zan. Di recente, infatti, si è resa protagonista anche di un’epocale risposta sul tema al senatore Lucio Malan, ex forzista passato pochi giorni fa a Fratelli d’Italia. E oggi, a La Repubblica, spiega la sua posizione nei confronti della Chiesa:

“Sono pronta a ‘sbattezzarmi’: resto credente, ma una Chiesa che discrimina gli omosessuali e che fa ingerenza politica sul ddl Zan, mi ha deluso. Lo sbattezzo è per me un atto nei confronti di quella Chiesa che dimentica il Vangelo e fa ingerenza politica. Il Vaticano dovrebbe fare una rivoluzione per non perdere fedeli”.

Una posizione chiara, netta e decisa. Nella sua intervista, Francesca Pascale sottolinea come una parte della politica abbia cavalcato le mozioni del Vaticano, utilizzandole come alibi per affossare la legge. E le critiche sono a tutto campo, anche agli ex “colleghi” di Forza Italia privi di coraggio nell’affrontare un tema che non è ideologico, ma educativo.

Cos’è lo “sbattezzo”

Lo sbattezzo, come indicato dalla sentenza numero 239 del 1984 della Corte Costituzionale, è una pratica normata e che consente a ogni cittadino sopra i 16 anni di far valere la propria volontà, cancellando “l’adesione” a una fede arrivata – per volere delle famiglie – quando si è troppo piccoli per saper/poter parlare e razionalizzare attorno a questo tema. Insomma, non si tratta di una boutade: Francesca Pascale, quando lo vorrà e lo riterrà opportuno, potrà procedere.

(foto: da Instagram)

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