Francesca Donato: la noeuro oggi parlamentare vi spiega che la Lega non vuole più uscire dall’euro

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-11

Quando si è giovani e scapestrati, come Mark Renton in Trainspotting, si vuole vivere di eccessi e uscire dall’euro. Poi si cresce, si viene eletti e si scopre che lo stipendio te lo pagano in euro. Ed è il momento dei ripensamenti

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Quando si è giovani e in campagna elettorale, si sa, si fanno sogni scapestrati: diventare rockstar, salire su un battello battente bandiera liberiana, uscire dall’euro. Poi però per fortuna si diventa adulti e si sceglie la vita, come Mark Renton in Trainspotting: un maxitelevisore del cazzo e si resta nell’euro, che non a caso è la stessa valuta con cui si pagano gli stipendi dei politici. Francesca Donato, presidente dell’associazione Eurexit, rilascia un’intervista a La Stampa per spiegare che la Lega non vuole più uscire dall’euro ma vuole cambiare l’Europa “dal di dentro”, esattamente come volevano fare quelli che venivano chiamati dai noeuro su Twitter traditori della patria nella legislatura precedente.

Francesca Donato, eurodeputata leghista, nonostante le rassicurazioni di Salvini molti temono che in caso di vittoria la Lega farà uscire l’Italia dall’euro…
«Confermo che non mi risulta che sia assolutamente in programma nulla del genere. Semplicemente si vuole fare una manovra espansiva tagliando le tasse. Il limite del deficit non deve essere invalicabile, se si fa una spesa ad alto moltiplicatore fiscale. Quindi ben venga un governo che abbia i numeri e la forza per fare scelte di questo tipo».

L’uscita dall’euro non è in programma, ma lei presiede un’associazione che si chiama “Progetto eurexit”.
«Ma non è vero che non è mai stata nel programma, c’è stato un periodo in cui la Lega ha sostenuto questa proposta di uscita dall’euro. Poi – per una serie di ragioni di contesto geopolitico istituzionale – la proposta è stata modificata e allo stato non è tra i nostri obiettivi».

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Contesto geopolitico?
«Alcuni anni fa c’erano scenari diversi, si poteva ipotizzare ci fosse questa disponibilità (a uscire dall’euro, ndr) anche da parte di altri Paesi. Nel 2014 c’era anche Marine Le Pen che progettava qualcosa di simile. In quel contesto, sarebbe stata una scelta concordata in Europa. Ma la Le Pen non ha vinto le elezioni. Oggi le condizioni non ci sono, quindi è fuori luogo parlarne»

Ma allora la sua “Eurexit” è senza agenda?
«No, sul sito c’è scritto proprio che alla luce dei mutamenti dal 2013 a oggi, ora il programma dettagliato è proporre una serie di riforme per rendere l’Eurozona sostenibile e funzionale,altrimenti è meglio abbandonare questo sistema. E comunque è necessario essere preparati ad un possibile choc economico-finanziario imprevisto e non programmato da noi, quello che Paolo Savona ha chiamato il“cigno nero”. Riteniamo che allo stato non sia probabile, purché si creino le condizioni perché tutti i Paesi possano crescere. Confido si riesca a livello europeo a modificare le regole dell’Eurozona per rendere l’euro sostenibile e rilanciare la crescita».

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