PiazzaSporca: perché Formigli continua a invitare Casapound e razzisti in tv?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-12

Il conduttore di Piazza Pulita ieri ha rimproverato il suo pubblico perché ha applaudito quando uno dei due ragazzi di Casal Bruciato ha detto che i Rom non sono italiani come noi. Ma forse Formigli non si è accorto che se c’è qualcuno che ha sdoganato un certo tipo di pensiero in televisione è proprio lui

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«L’applauso sul fatto che un rom non è uguale a noi, anche se è cittadino italiano, mi fa paura. Cosa sta succedendo? E quanto è pericoloso alimentare questo tipo di pensiero? Non si può applaudire qualcuno che certifica che due esseri umani non sono uguali». Non usa mezzi termini Corrado Formigli per descrivere l’episodio andato in scena ieri sera a Piazza Pulita. Un ragazzo ha detto durante la sua trasmissione che i rom non sono italiani. Il pubblico di Piazza Pulita ha applaudito. Formigli dopo cinque minuti buoni ha preso le distanze.

E se fosse Formigli ad alimentare questo tipo di pensiero?

Formigli aveva invitato in studio Noemi Fasciano e il suo compagno Simone Vandalo, la famiglia con bambino di pochi mesi che aveva occupato con l’aiuto di CasaPound l’appartamento di Casal Bruciato assegnato ad una famiglia di Rom italiani. I due hanno sempre ammesso di non aver mai fatto domanda per l’assegnazione di una casa popolare, eppure si sono resi protagonisti di un’occupazione abusiva che – se fosse andata avanti – avrebbe potuto compromettere una loro futura posizione in graduatoria. Ad un certo punto Simone spiega che «quei rom sono cittadini italiani, però uguali a noi non è il termine più giusto» Primo applauso da parte del pubblico. Formigli insiste, vuole indagare le ragioni del ragazzo che dice che i Rom non sono uguali e chiede «perché non sono uguali secondo te?» Risposta: «per il semplice motivo che hanno un’altra tipologia di vita rispetto alla nostra. Insegnano ai figli a fare cose che noi non insegneremmo mai, non danno il buon esempio. La maggior parte è così. Non credo che chi assegna queste case li vorrebbe avere nella palazzina dove vive».

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Formigli però non ci sta, critica l’applauso da parte del pubblico della sua trasmissione (Simone e Noemi erano in studio, non in collegamento da fuori) e parte con una filippica su quanto sia pericoloso alimentare un pensiero di stampo razzista secondo cui ci sono italiani e italiani. Il bello è che non lo ha fatto subito, anzi continuando l’intervista con Simone ha dato prova di non essersi quasi accorto di quello che era stato detto. Continuando ad “indagare” le motivazioni di Simone – che ricordiamolo non è uno che di lavoro va in televisione – ha consentito al ragazzo di esprimere al meglio le sue opinioni.

La dissociazione non è stata immediata. Formigli ha criticato l’elemento che lo ha molto colpito dopo qualche minuto e dopo l’intervento della presidente del municipio Roberta della Casa e di Crepet. Evidentemente la cosa non gli ha fatto abbastanza paura subito. E come potrebbe, nel 2015 Formigli invitò in trasmissione il leghista Gianluca Buonanno, dandogli modo di dire che «i Rom sono la feccia della società». Ma non sono solo questi episodi eclatanti.

Quando Formigli sdoganava CasaPound dicendo che era importante il confronto democratico.

A Piazza Pulita è stato invitato ad esempio il vicepresidente di CasaPound Simone Di Stefano che ha potuto far sapere a tutti di non aver mai istigato alla violenza contro gli immigrati ma di aver semmai posto la questione “dal punto di vista economico” e spiegare che il razzismo e le violenze sono istigate da chi “fa venire i migranti” a casa nostra. Anzi, Di Stefano ha detto che «la violenza in politica la portano i centri sociali». Formigli non ha avuto nulla da obiettare. E come avrebbe potuto visto che è stato uno dei giornalisti che ha contribuito a sdoganare CasaPound nel dibattito politico pubblico, andando ad un incontro che si è tenuto nell’immobile occupato abusivamente dal movimento di Gianluca Iannone?

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All’epoca Formigli spiegava che il compito dei giornalisti non era quello di dare “patenti di democrazia” né tantomeno “parlare o no con i fascisti del terzo millennio”. Il problema è – testualmente – «sottovalutare la ripresa ripresa della xenofobia e del razzismo che le loro idee contengono». Ecco, ieri sera Formigli ha sottovalutato questo problema. Ma non lo ha fatto perché un ragazzo di nome Simone gli ha teso un agguato dicendo in diretta che i Rom non sono italiani. Lo ha fatto perché non si è accorto – oppure ha sottovalutato – del fatto che è proprio CasaPound uno dei movimenti che soffia sul fuoco della xenofobia. Ma forse Formigli è convinto – come dice Di Stefano – che il razzismo è colpa dei buonisti che ci riempiono di immigrati. Poco male, per fortuna che ieri si è potuto prendere l’applauso per aver dimostrato di essere uno che non è disposto ad accettare discorsi razzisti a casa sua.

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