La fine della storia dei «diplomatici» che non volevano dare i documenti e l’autocertificazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-28

Hanno tentato la stessa scena del passaporto diplomatico e dell’impossibilità di fare i controlli: di nuovo sanzionati ma stavolta con tanto di sequestro dell’auto e ritiro immediato della patente di guida. In più sono stati denunciati per violazione della privacy

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Nei primi giorni di aprile aveva fatto furore sui social network il video registrato da due coppie in un’auto, senza mascherine, che erano state fermate dai carabinieri di Monzambano, in provincia di Mantova, ad un posto di blocco sulla strada che porta al lago.

Vi ricordate i «diplomatici» che non volevano dare i documenti?

Il conducente era stato fermato per aver violato le norme sul contenimento del Coronavirus. Alla domanda dei militari di mostrare un documento, il guidatore dell’auto aveva risposto di no, sostenendo di essere un ambasciatore e che tutte le persone nell’auto facessero parte del corpo diplomatico. A quel punto i carabinieri hanno chiesto quale fosse la meta del gruppo, e la risposta era stata Peschiera del Garda, in provincia di Verona, e quando i militari avevano fatto loro notare che «è tutto chiuso», è stato risposto: «A fare una passeggiata».

A quel punto i carabinieri avevano chiesto al conducente di spegnere il motore dell’auto e di mostrare documenti e l’autocertificazione prevista dalla legge. «Non per me che sono un diplomatico, come tutti quelli che sono con me» era stata la risposta, accompagnata dal rifiuto di firmare l’autocertificazione e di seguire i militari in caserma. Alla fine della scenetta le due coppie, M.C. 43 anni, R.M. 38enne, L.D. 47 anni e A.R. di 55, erano stati sanzionati amministrativamente e denunciati per resistenza (non hanno fornito i documenti e hanno ostacolato i controlli), e per aver violato la privacy dei militari dell’Arma riprendendoli con il telefonino senza il loro consenso. I due sembravano utilizzare le stesse tecniche del “nativo” Andrea Castellani, di cui abbiamo parlato spesso come guru degli umani sovrani di sé stessi e che è finito in carcere.

Il sequestro dell’auto del “diplomatico”

Ieri la storia ha avuto un’evoluzione. Come ha raccontato l’Arena di Verona, due di loro sono stati di nuovo fermati a Garda e ai carabinieri di Pastrengo, allertati dalla polizia locale, hanno spiegato di essere «soggetti di diritto internazionale» e, pertanto, «svincolati dal rispetto delle leggi nazionali». Stavolta però le cose non sono andate così lisce, visto che, come racconta L’Arena, si sono di nuovo rifiutati di mostrare i documenti e hanno filmato di nuovo i militari.

L’uomo è andato avanti sostenendo che i carabinieri «avrebbero risposto dinnanzi alla Corte di Strasburgo per la grave violazione dei diritti che stavano commettendo». I militari gli hanno chiesto di sottoporsi ad accertamenti per rilevare l’eventuale uso di alcol o droghe e lui si è rifiutato. Si è deciso a consegnare i documenti soltanto quando gli uomini in divisa stavano per confiscargli il mezzo. A quel punto gli agenti della polizia locale li hanno sanzionati per le violazioni imposte dal D.C.P.M. in materia di contenimento della diffusione del virus COVID/2019 poiché si trovavano fuori dalle loro abitazioni senza giustificato motivo (il conducente si è scoperto essere residente nel Mantovano).

I carabinieri hanno denunciato quest’ultimo per i calunnia relativamente all’operato dei militari, trattamento illecito di dati personali, e rifiuto dell’accertamento etilometrico e delle sostanze stupefacenti, con conseguente sequestro amministrativo per confisca del mezzo utilizzato e ritiro immediato della patente di guida del conducente. Infine, ipotizzando che le immagini registrate potessero essere state già messe in rete con dirette su profili social, i carabinieri hanno anche sequestrato i due telefoni utilizzati per filmarli.

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