Fenomenologia del grillismo

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-03-06

Sul Web, il Movimento 5 Stelle è spesso preso in giro per le “ingenuità” dei leaders e dei suoi parlamentari. Ma perché? Perché hanno scelto persone sbagliate o c’è qualcosa di più profondo? Ci ho riflettuto su questo quando lo scorso sabato quando ho chiacchierato a lungo con un ragazzo impegnato in politica con i …

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Sul Web, il Movimento 5 Stelle è spesso preso in giro per le “ingenuità” dei leaders e dei suoi parlamentari. Ma perché? Perché hanno scelto persone sbagliate o c’è qualcosa di più profondo?
Ci ho riflettuto su questo quando lo scorso sabato quando ho chiacchierato a lungo con un ragazzo impegnato in politica con i Grillini. È stata un’esperienza assolutamente interessante. Il “ragazzo” grillino si è dimostrato essere pieno d’entusiasmo, onesto e con tanta voglia di fare. Aveva chiari alcuni problemi (anche gravi per il Paese) e non era mosso da alcuna logica di potere. Era più un “movimentista” che un politico tradizionale. Cedendo l’esperienza politica di questo grillino, sono arrivato alla conclusione che il Grillismo non doveva sfociare in un partito. Doveva rimanere un movimento capace d’influenzare la politica. Doveva quindi “limitarsi” a svolgere la funzione di cinghia di trasmissione capace di collegare la “ggente” con i vertici dei partiti. Purtroppo la miopia dei partiti tradizionali (è stato sicuramente un errore marchiano non consentire a Grillo di partecipare alle Primarie del PD: avrebbe dato linfa nuova a un partito con gravi problemi di rappresentanza del proprio elettorato ) e la voglia di cambiare al più presto un sistema che manifestamente non funzionava, hanno spinto i vertici del Movimento5Stelle a rinunciare ad essere un Movimento ed entrare nell’agone politico.

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Le premesse deontologiche del grillismo sono ottime se inserite in un contesto di movimento non partitico, ma possono portare ad errori se calate in logiche partitiche. Il sacro furore che anima molti grillini, li porta a dividere il mondo in modo manicheo (da una parte noi e dall’altra gli altri, i cattivi) e porta anche ad esemplificazioni eccessive. Per governare questa situazione e dare una rotta comune, i vertici del Movimento sono stati costretti a costituirsi in un Direttorio a cui tutti devono scrupolosamente attenersi. E questo è una palese contraddizione con le istanze originarie di un movimento nato dall’anarchia del Web e che si fregiava del motto uno vale uno… L’altra contraddizione è che il collante del Movimento è costituito dalle tante battaglie condotte dal Movimento su tanti fronti diversi. Questa frammentarietà di azioni ed intenti non può generare un disegno organico e porta a palesi contraddizioni. D’altra parte, con la crisi democratica che stava vivendo, l’Italia (ma anche tutti i Paesi Occidentali) aveva bisogno di una forza politica che desse voce unitaria a tante voci singole di cittadini scontenti di come andassero le cose, aveva bisogno di un esperimento di democrazia diretta, aveva bisogno di una classe politica meno autoreferenziale. E in questo senso il Movimento rappresenta la novità, il punto di svolta da cui non si può tornare indietro. D’altra parte il M5S era (giustamente) nato come un Movimento e quindi con una logica completamente diversa da quella di un partito politico. Per queste ragioni, nonostante la buona volontà dei vertici e la (tanto) buona fede dei militanti, le contraddizioni appaiono palesi ed evidenti e suscitano facili ironie su internet. Non è giusto né coretto giudicare un Movimento come se fosse un Partito, ma se il Movimento vuole occupare spazi tipici dei partiti finisce proprio per prestare il fianco a queste critiche…. Io spero che il M5S ritorni ad essere il Movimento che era alle origini e di cui l’Italia ha tanto bisogno. Di partiti ne avevamo fin troppi, e il M5S, come partito, non è in grado di far saltare il tavolo. Molto meglio quando facevano i grilli parlanti di adesso che fanno i parlamentari o i sindaci…

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