Poste, l’uso della carta per il reddito di cittadinanza si paga

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-06

Non è esente da commissioni: un euro per ogni prelievo effettuato da ATM Postamat, 1,75 euro per ogni prelievo fatto presso ATM bancari e un euro a bonifico, oltre ai 50 centesimi per il postagiro

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L’uso della carta per il reddito di cittadinanza non è esente da commissioni: un euro per ogni prelievo effettuato da ATM Postamat, 1,75 euro per ogni prelievo fatto presso ATM bancari e un euro a bonifico, oltre ai 50 centesimi per il postagiro come il pagamento del canone di locazione o il mutuo. Ne parla Italia Oggi che sottolinea come le commissioni rappresentino una piccola “tassa” su chi beneficia del reddito:

Il sussidio Rdc (importo variabile da 500 a 1.330 euro mensili, sulla base delle caratteristiche e della numerosità del nucleo familiare richiedente) viene erogato, mensilmente, tramite una «Carta Rdc», cioè una carta PostePay finalizzata all’operazione. In caso di accoglimento della domanda, in particolare, le Poste invieranno una comunicazione, via sms o e-mail, per indicare in quale ufficio andare a ritirarla.

La carta è consegnata attiva e ricaricata dell’importo relativo alla prima mensilità o alle mensilità già maturate, insieme anche al Pin. L’utilizzo della carta è soggetto ad alcune limitazioni e ad alcuni costi, com’è indicato in tabella.

 

carta reddito di cittadinanza
La carta per il reddito di cittadinanza (Italia Oggi, 6 marzo 2019)

I dipendenti postali hanno ricevuto in questi giorni una circolare e un corso di autoformazione per gestire la mole di persone che presumibilmente oggi si riverserà negli uffici. Sesto San Giovanni, che ha l’ufficio postale più grande della Lombardia, si è assicurata la presenza delle guardie giurate per evitare problemi di ordine pubblico.

Le indicazioni date ai direttori sono categoriche: ogni pratica dovrà essere gestita in 15 minuti. Cosa piuttosto difficile, se si considera che i dipendenti dovranno verificare le generalità del richiedente, ricevere la modulistica da lui compilata, riportarla «crocettando» gli appositi spazi nei propri format, stamparla, farla firmare e consegnare la ricevuta. Il tutto con problemi di privacy non di poco conto: ad esempio, il dipendente potrebbe dover chiedere all’interessato se ha parenti detenuti, dato che il modulo richiede anche questa informazione.

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