«Federica Tiezzi è indagata»: il M5S Roma all'attacco dell'OREF

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-29

Il capogruppo dei grillini romani Ferrara se la prende per la bocciatura del bilancio consolidato e attacca la presidente dell’Organo di Revisione: «È sotto accusa per bancarotta fraudolenta»

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Il MoVimento 5 Stelle non ha digerito la bocciatura del bilancio consolidato da parte dell’Organo di Revisione Economica e Finanziaria del Campidoglio e parte all’attacco con un’accusa circostanziata e precisa per rispondere ai rilievi tecnici dell’OREF: Federica Tiezzi, la presidente, è indagata (come Virginia Raggi, ma nel suo caso evidentemente questo è un problema che inficia la sua credibilità).

«Federica Tiezzi è indagata»: il M5S Roma all’attacco dell’OREF

Paolo Ferrara, capogruppo del M5S Roma in Campidoglio, su Facebook scrive che la presidente dell’OREF «è moglie di un esponente Udc di Rieti che stava nella giunta provinciale dell’attuale segretario del Pd Lazio, Fabio Melilli. Notizie di stampa, non smentite, ci dicono che sia indagata a Rieti per reati pesanti come la bancarotta fraudolenta. Non si vuole pensar male ma il sospetto che l’Oref approfitti del suo compito per fare politica è legittimo».
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Ferrara poi si lamenta del fatto che Federica Tiezzi abbia parlato con i giornali (ha rilasciato in realtà una sola intervista al Messaggero, ai tempi del ritiro delle deleghe a Mazzillo, per sollecitare il M5S a depositare il bilancio consolidato per iniziarne l’esame): «Per mesi abbiamo cercato di costruire un rapporto di corretta collaborazione istituzionale con l’Organismo di revisione. La risposta è stata nelle interviste dalla presidente Federica Tiezzi sulle pagine dei giornali, rilasciate venendo meno al suo obbligo di riservatezza, in cui esprimeva giudizi politici sulla gestione del bilancio di Roma Capitale». E non è tutto: «La stessa presidente Tiezzi è moglie di un ex esponente Udc a Rieti ed ex assessore all’Ambiente della Provincia di Rieti nella giunta di Fabio Melilli. Quest’ultimo è attualmente segretario del Pd Lazio e deputato, ed era stato indagato per aver chiesto a Odevaine (risulta da un’intercettazione dell’inchiesta su Mafia Capitale) di assumere la figlia in un fondazione per l’assistenza ai migranti. Sono circostanze che alimentano il sospetto di un approccio politico da parte dell’organo di revisione dei conti», fa sapere invece il consigliere M5S Daniele Diaco su Facebook.

Le accuse del M5S a Federica Tiezzi

Nell’attacco a Federica Tiezzi Ferrara si riferisce a notizie di stampa, ovvero a un articolo del Messaggero – la stampa, a giorni alterni, deve chiedere scusa alla sindaca oppure svolge funzione di testimone attendibile delle pecche degli altri – nel quale si racconta l’indagine per bancarotta fraudolenta che la Guardia di Finanza della brigata di Antrodoco, dopo aver depositato a febbraio gli atti in procura, ha condotto in merito alla dichiarazione di fallimento di una società in accomandita semplice con sede a Cittaducale, operante nel settore dell’estrazione di materiali inerti e con una cava nella zona.
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L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Rocco Maruotti, ha al momento – secondo quanto scrive il Messaggero – portato all’emissione di tre avvisi di conclusione delle indagini nei confronti del liquidatore della società, Emanuele Berardi, attuale sindaco di Borgo Velino, della commercialista depositaria delle scritture contabili, la dottoressa Federica Tiezzi, e del personaggio che, secondo l’accusa, risulterebbe essere il factotum dell’intera vicenda, di fatto l’amministratore della società fallita, l’architetto Michele Beccarini, all’epoca dei fatti contestati assessore provinciale all’Ambiente, attuale consigliere comunale e candidato nelle liste PD. L’articolo è del 7 giugno scorso quindi magari nel frattempo sarà stata chiesto il rinvio a giudizio. “I reati di cui mi si accusa? Si tratta di situazioni che verranno a breve chiarite e in cui mi ritrovo coinvolta senza alcun fondamento. Sono certa che verrà tutto chiarito a breve”, dice intanto Tiezzi all’OREF.

L’OREF e il bilancio consolidato di Roma Capitale

Per quanto riguarda le criticità segnalate dall’OREF, le maggiori sono tre: l’Oref scrive che “le modalità di determinazione del valore di avviamento iscritto nel Bdap per 116.611.325 euro non sono esplicitate”. Parere che però viene contestato dalle controdeduzioni della ragioneria generale. Ma i revisori affermano anche che “le operazioni di riconciliazione infragruppo eseguite per la predisposizione del bilancio consolidato del 2016 sono incomplete”. Infine le poste creditorie e debitorie vengono valutate dall’Oref “non correttamente correlate con i rispettivi ricavi e costi”.

Video: Quando Virginia Raggi diceva:
«Bisogna ascoltare i revisori contabili»


“Ritengo non giustificabile il giudizio finale a cui è pervenuto il collegio. L’Assemblea Capitolina ha approvato il rendiconto 2016 e le risultanze sono riportate nel bilancio consolidato che è una rappresentazione dei valori già deliberati da questa assemblea che devono essere integrati, consolidati con le società”, ha risposto il ragioniere generale del Campidoglio, Luigi Botteghi, illustrando le controdeduzioni al bilancio consolidato 2016 dopo che i revisori dei conti hanno dato parere non favorevole al testo. “L’obbligo di riconciliazione (delle poste contabili, ndr) – ha aggiunto – è stato sancito con un decreto legge del 2012, tale prescrizione è stata puntualmente disattesa negli anni. Solo quest’anno con bilancio consolidato si è dato inizio alla vera a propria attività di riconciliazione”.

Leggi sull’argomento: L’OREF boccia il bilancio consolidato del comune di Roma

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