Chi ha vinto e chi ha perso le elezioni

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-09-22

Il turno elettorale ha dato forza e vita al Governo. Le due forze principali di Governo, ossia 5Stelle e PD, ne escono entrambe rafforzate. I 5Stelle hanno ottenuto un successo d’immagine nel referendum fortemente voluto solo da loro e questo grande successo referendario compensa totalmente il forte ridimensionamento in termine di voti che hanno avuto. …

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Il turno elettorale ha dato forza e vita al Governo. Le due forze principali di Governo, ossia 5Stelle e PD, ne escono entrambe rafforzate. I 5Stelle hanno ottenuto un successo d’immagine nel referendum fortemente voluto solo da loro e questo grande successo referendario compensa totalmente il forte ridimensionamento in termine di voti che hanno avuto. Grande successo anche per il PD che, da solo, ha mantenuto 3 regioni importanti come Campania, Puglia e Toscana. I risultati elettorali dicono che non conviene al PD imparentarsi né con 5Stelle né con ItaliaViva che è stata l’unica forza di Governo che non può vantare successi elettorali. Il Pd ha perso le Marche ma in Toscana, con la vittoria di Giani, un candidato tutt’altro che irresistibile, ha dimostrato che funziona molto bene l’argomento di essere l’unica barriera alla deriva populista. Inoltre ha, nelle sue file, personaggi politici che riescono a stravincere (come De Luca) o che vincono in situazioni difficili (come Emiliano).

elezioni regionali chi ha vinto e chi ha perso
La Destra ha ricevuto segnali contrastanti. Fratelli d’Italia ha vinto nelle Marche ma ha perso in Puglia. Zaia, più che la Lega, ha stravinto in Veneto. Toti ha vinto bene in Liguria. Nessun successo è attribuibile direttamente alla Lega (anche se la Ceccardi si è ben comportata in Toscana) e a Forza Italia. Paradossalmente, nonostante il successo in termini dei voti, la Destra deve ripensare sia la sua politica che il suo posizionamento. Deve creare un nuovo contenitore moderato. Deve creare una nuova classe dirigente da cui selezionare candidati vincenti. Deve cercare personaggi nuovi (Caldoro e Fitto sono stati avvertiti come vecchi). Devono evitare la trappola di rafforzare il PD facendolo presentare come unica barriera al fascio-populismo. Adesso che praticamente non esistono più i 5Stelle, per evitare che i voti moderati confluiscano nel PD, la Destra deve necessariamente presentare una faccia più accomodante per catturare l’elettore indeciso e confuso. Meloni e Salvini devono accettare di farsi affiancare da personaggi come Toti e Zaia. Personaggi come Sgarbi, Briatore, Borghi e Bagnai possono anche essere esponenti della Destra ma non possono sovrarappresentata così come hanno fatto fino ad adesso. Negare il Covid, voler uscire dall’Euro e dalla Nato, non usare la mascherina, è sicuramente popolare in una certa frangia dell’elettorato che è, però, ben lontana dall’essere maggioritaria. E per vincere le elezioni occorre raccogliere consensi, non focalizzarli eccessivamente. Insomma mi immagino, per la Destra, un periodo di travaglio e di trasformazione. Non ci dovrebbero essere spaccature e scismi perché questo successo elettorale della sinistra allontana indefinitamente sia nuove elezioni che la possibilità di rimpasto e tanto meno un Governo istituzionale presieduto da Draghi. Quindi non ha molto senso per Zaia fondare un partito nuovo o una nuova Lega. Per fare che? Per stare in panchina due anni e mezzo in attesa delle prossime elezioni? Ha molto più senso unirsi a Toti per essere gli alfieri di una politica moderata all’interno della Lega ma non fuori della Lega.

meloni senza mascherina pizza napoletana
Fratelli d’Italia, con la sconfitta in Puglia, ha avuto una battuta d’arresto. Dovrà riflettere sulla strategia da seguire. Dovrà rifondare la sua classe dirigente al Sud (troppo vecchia e nostalgica). Dovrà inoltre osare. Per fare un esempio, governare Roma non è facile, ma, se la Meloni non si candida a farne il sindaco, rischia di perdere il treno. Finisce per dare l’impressione di non essere una forza di Governo, ma solo di sterile opposizione.

Che succederà? Le mie (azzardate) previsioni sono:

-un Mattarella bis sempre più probabile: infatti garantisce sia la stabilità alla coalizione di centrosinistra presieduta da Conte che un’opposizione più o meno esplicita ed efficace al centrodestra qualora fra due anni e mezzo vincesse le elezioni.

– un possibile rimpastino. Renzi ed Italia Viva saranno fatti brutalmente fuori dalla coalizione governativa. I loro voti potrebbero essere sostituiti da una scissione in Forza Italia più o meno benedetta da Silvio da sempre capace di mettere un piede in due scarpe. Ufficialmente all’opposizione, ufficiosamente un sostegno al Governo Conte. La Carfagna e Romani faranno lo stesso gioco che fecero Alfano, Bondi e Verdini nella scorsa legislatura quando sostennero i governi Renzi e Gentiloni. Non c’è che dire: Berlusconi ha fiuto politico ed è spregiudicato. Ma Conte accetterà la proposta indecente berlusconiana qualora gli fosse fatta? Non so. Certamente il premier vede Renzi come un nemico, ma sicuramente non si fida neanche del Berluska che giudica più capace e manovriero del Renzi attuale, e, quindi, molto più pericoloso.

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