Chi ci ha guadagnato e chi ci ha perso con le elezioni europee

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-05-30

Qualche riflessione sulle elezioni europee. Vari gli spunti. Il Centro Destra si è liberato di Berluska, che per 25 anni ne era stato padre padrone, legando a doppio filo la Destra alla sua persona, sia nel bene che nel male. La nuova Destra non ha riacquistato la libertà… anzi…è legata a Salvini, anche lui un …

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Qualche riflessione sulle elezioni europee. Vari gli spunti. Il Centro Destra si è liberato di Berluska, che per 25 anni ne era stato padre padrone, legando a doppio filo la Destra alla sua persona, sia nel bene che nel male. La nuova Destra non ha riacquistato la libertà… anzi…è legata a Salvini, anche lui un one-man-band. Questo è anche un punto di forza in quanto, dipendendo dalle decisioni di un solo uomo, La Lega (e tutto il Centro-Destra per inerzia) si muove repentinamente per cogliere le occasioni che si presentano ma è anche un grande punto di debolezza. Basta riuscire a colpire Salvini per affondare tutta la Destra. Il suo grande merito è aver reso la Lega un partito Nazionale e non più solo Padano. Adesso che ha vinto le elezioni, però, deve mostrare che riuscirà ad imporre la sua agenda: Tav, autonomia regionale e flat tax. Almeno due di questi obiettivi li dovrà portare a casa. Vedremo nei prossimi mesi se ci riuscirà. Se la Lega non riuscisse ad imporre una svolta alla politica del Governo, sarebbe costretta a puntare alle elezioni anticipate. Gli altri partiti della Destra sono, per il momento, comprimari: Forza Italia è in discesa libera seguendo il declino fisico-politico del suo capo. Fratelli d’Italia sta cercando ancora una posizione: a destra o a sinistra della Lega? Comunque una politica autonoma dalla Lega di FdI è, al momento, fantascienza.

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La Bonino non è riuscita a far nascere un partito di Destra liberale ed europeista. Per il momento, l’ Italia non ha un partito liberale/liberista e per quanto riguarda i Popolari l’unica rappresentanza è quella del Berluska. E questo è un grave handicap per il Paese. Il Movimento 5 Stelle ha retto al Sud (dove continua ad essere il primo partito) ed è crollato al Centro-Nord, soprattutto nelle città dove ha espresso il Sindaco (Livorno, Roma, Torino). Secondo Travaglio, i 5Stelle sanno fare solo l’opposizione. Forse è vero. In ogni caso, ai 5 Stelle converrebbe mettere fine all’esperienza governativa e approfittare di un periodo di opposizione per darsi una struttura capace di governare il Paese. Il PD ha raccolto un 22% attuando una politica conservativa. Peccato, perché l’aria che tirava in Europa era molto favorevole a partiti progressisti, però, solo quelli capaci di svecchiarsi e di seguire nuovi obiettivi al passo dei tempi. Per Sanchez (Spagna) e per i Verdi (un po’ ovunque, tranne che in Italia) queste elezioni sono state una marcia trionfale.

Il PD attuale, con questa leadership, non è in grado di cambiare passo .E non si vede in giro nessun partito di Sinistra capace di cogliere questo vento che soffia impetuoso. Addirittura, i Verdi in Italia, sono stati perfino capaci di perdere il colore distintivo dei movimenti ambientalisti di tutto il Mondo (il verde) a favore della Lega. Per la Sinistra la soluzione migliore sarebbe un Governo del Presidente assieme al M5S. È  però una soluzione che non tiene conto che il primo partito in Italia è saldamente la Lega e il Centro-Destra governa ormai le regioni del Nord che sono quelle che reggono economicamente il Paese. Gli altri Poteri Forti più o meno coinvolti in questa campagna elettorale sono stati il Mondo dell’informazione, la Magistratura e la Chiesa. Tutte queste forze sarebbero interessate a una tregua per riposizionarsi (in Italia abbiamo una grande tradizione a portare soccorso al vincitore, e , dubito, che in questo caso si faccia eccezione ad un sano costume Italico). Un sano Governo Tecnico del Presidente per loro sarebbe la panacea. Ieri ho visto il buon Cottarelli passeggiare alla stazione di Roma Termini. Un segno del destino, cinico e baro, che toccherà a noi Italiani? Ormai, siamo come i topi dell’esperimento di Pavlov: appena si balena la parola Governo Tecnico, avvertiamo un certo formicolio allo sfintere.

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