Il veleno su Di Battista che vuole far fuori Di Maio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-05-30

«Dov’era lui quando io facevo campagna elettorale. A fare il falegname? Scompare, si fa pregare, poi si presenta così, a due giorni dal voto a fare il predicatore»

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«Dov’era lui quando io facevo campagna elettorale. A fare il falegname? Scompare, si fa pregare, poi si presenta così, a due giorni dal voto a fare il predicatore»: parole attribuite a Luigi Di Maio, che oggi si farà giudicare dagli iscritti a Rousseau, e il riferimento è chiaro: Alessandro Di Battista. Nel MoVimento 5 Stelle è scoppiata una notte dei lunghi coltelli ma ovviamente nessuno ci mette la faccia. Ecco perché i retroscena dei giornali – questo è della Stampa – sono l’unica fiammella a illuminare una notte buia come quella che deve aver passato uno che è riuscito a perdere sei milioni di voti in una botta sola.

Il veleno su Di Battista congiurato contro Di Maio

Ilario Lombardo racconta oggi che Di Maio non ne può più dopo il fuoco di fila scatenato dalla disfatta alle elezioni europee.  Lo sfogo contro Di Battista che è stato raccolto a più riprese nella giornata di martedì, dopo l’infilata di ultimatum inflittegli dai parlamentari dopo la disfatta elettorale, è stato ben sintetizzato in un pugno di frasi del post pubblicato dal vicepremier grillino per annunciare la votazione online su di sé: «La vita, per ognuno di noi, è fatta di diritti e doveri. Non scappa nessuno. […] A differenza di alcuni, ma assieme a tanti anche di voi, sono sei anni che non mi fermo e credo di aver onorato sempre i miei doveri, rendendone conto a tutti gli iscritti e gli attivisti del M5S. Non mi sono mai risparmiato in nessuna campagna elettorale. Ce l’ho messa sempre tutta anche quando nessuno ci credeva».

di maio di battista m5s

Anche Annalisa Cuzzocrea su Repubblica dice che Di Maio ha puntato il dito su Di Battista (e Paragone):

«Ho anch’io una dignità. E invece, mi sono sentito dire di tutto». I trentadue anni di Luigi Di Maio traspaiono dalle vene sulla fronte madida di sudore, nel momento in cui il capo politico ammette la sconfitta: «È mia». Poi però accusa: «Ero solo. Solo a fare i comizi, solo nelle trasmissioni televisive». In terza fila, accanto a Manlio Di Stefano e Danilo Toninelli, Alessandro Di Battista lo guarda dritto negli occhi. Sa che sta parlando soprattutto a lui. Che non gli perdona il Sud America, il rifiuto di dare una mano alle Europee, le uscite scomposte quando tutto era perduto (quel «se cade il governo dopo le Europee, io mi candido»). Soprattutto, sa che l’amico fraterno non si fida più di lui: lo considera il mandante delle parole incendiarie di Gianluigi Paragone.

Gianluigi Bombatomica Paragone e la congiura di Di Battista

Ora, Di Maio dovrebbe aver presente che insinuare che Paragone sia un congiurato con Di Battista contro di lui lo espone al ridicolo. E’ stato infatti Di Maio a scegliere Paragone come candidato grillino e a volerlo nel M5S. Se fai entrare nel M5S uno che dopo appena un anno congiura contro di te sei un fesso. E ancora:

Emanuela Corda, la deputata sarda per cui lavora la fidanzata di Di Maio, ha convocato tutti i deputati che poteva in sala Tatarella per fare una pre-riunione, permettere a tutti di sfogarsi e poi dire: «Ho preso appunti, facciamo un solo intervento, parlo io». Il senatore Primo Di Nicola interviene per dare massima fiducia al capo. Quindici deputati chiedono che i dipendenti della comunicazione escano dalla sala.

Lo staff è nel mirino degli eletti, accusato — da anni — di decidere troppo senza alcun mandato per farlo. Quindi esce, fuori i secondi, mentre l’ex direttore di Sky Emilio Carelli propone un cambio della squadra di ministri. È in linea con Paragone e con quanto, nei vertici al Mise, ha detto anche Di Battista, secondo cui bisognerebbe lasciare alla Lega il ministero dell’Economia.

veleni di battista di maio

La linea della distruzione disorganizzata è ormai data. Gli elettori del MoVimento 5 Stelle hanno affidato a gente che non capisce nulla di quello che gli succede intorno il mandato di stare alla cassa di un paese con problemi economici. Oggi hanno la plastica dimostrazione di aver sbagliato a votare.

EDIT: Sul Blog delle Stelle Di Maio afferma che Di Battista è un”fratello”: “Alessandro Di Battista “è un fratello e un compagno di viaggio, cosi’ come lo è Roberto e lo sono molti altri. Quando pensano di averci abbattuto, noi torniamo piu’ forti di prima. Noi rialziamo sempre la testa! Ed e’ quello che non va giù ai giornali e al sistema. Proprio oggi, non a caso, leggo falsità ovunque. Falsità che hanno il solo scopo di dividerci. Falsità sul rapporto tra me e Alessandro. Parole che io non ho mai pronunciato (come ad esempio ‘dov’era lui? Scompare, si fa pregare, poi si presenta cosi’, a due giorni dal voto a fare il predicatore…’). E’ sempre la stessa storia, che si protrae da anni. Noi contro tutti, tutti contro di noi. §2 un meccanismo collaudato, ma noi non cediamo di un centimetro”.

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