Opinioni
Ma davvero l’economia riparte se si tagliano le tasse?
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2019-03-19
Roberto Perotti su Repubblica oggi si assume l’onere di spiegare che non è sempre per forza vero che tagliando le tasse un’economia possa ripartire o cominciare a crescere tumultuosamente soltanto per l’effetto della riduzione fiscale. Lo spunto di discussione è la flat tax che la Lega ha cominciato a proporre in vista delle elezioni europee […]
Roberto Perotti su Repubblica oggi si assume l’onere di spiegare che non è sempre per forza vero che tagliando le tasse un’economia possa ripartire o cominciare a crescere tumultuosamente soltanto per l’effetto della riduzione fiscale. Lo spunto di discussione è la flat tax che la Lega ha cominciato a proporre in vista delle elezioni europee trovando l’opposizione del MoVimento 5 Stelle e nonostante il governo debba essere già impegnato a non far scattare le clausole di salvaguardia dell’IVA in quella che ad oggi appare come una mission impossible. Spiega il professore di economia alla Bocconi:
Quali che siano i numeri, la flat tax è un errore. È frutto del mito di uno “shock fiscale”: tagliate le tasse agli italiani e l’economia ripartirà. È un mito che ha catturato tanti politici di tanti colori, e tanti economisti, inclusi molti che in altre occasioni parlano di rigore di bilancio. Il motivo è comprensibile: non c’è niente più popolare e allo stesso più semplice di tagliare le tasse, basta un pezzo di carta con la firma del Presidente della Repubblica.
Purtroppo il mondo non è così semplice: si tagliano le tasse di 20 miliardi, e si spera che l’economia riparta così tanto da recuperare il gettito perso con il taglio iniziale. E se non succede? Se l’economia invece non riprende, magari perché la Germania entra in recessione? O se l’effetto moltiplicatore è inferiore a quello del libro dei sogni? Il debito pubblico aumenta invece di diminuire, e ci si ritrova in balia degli odiati mercati, con una riedizione maggiorata della crisi del debito del 2011.
Perotti spiega che “la situazione è un po’ più complessa“, come spiega nel Divo Giulio Andreotti a Eugenio Scalfari, perché la crescita o la mancanza di crescita può dipendere da fattori esterni che potrebbero deprimere (e attualmente lo fanno) il nostro sistema produttivo, mentre va spiegato e sottolineato che un aumento della disponibilità di liquidi in tasca alle famiglie non porta automaticamente a una ripresa dei consumi di pari livello, visto che esiste la propensione marginale al risparmio e al consumo ed esiste anche il settore estero: tutti fattori che spiegano come i calcoli ottimistici sui tagli delle tasse siano quasi sempre sbagliati.
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