Economia
Ecobonus 110 seconde case: i fondi a rischio
neXtQuotidiano 04/06/2020
La coperta delle risorse utilizzabili per la rivisitazione della maxi-manovra da 155 miliardi sul saldo netto da finanziare con un ricorso a nuovo deficit per 55 miliardi resta corta per soddisfare tutte le richieste
Sull’ecobonus al 110% sarà battaglia oggi in commissione bilancio, dove arriverà una serie di emendfamenti dei gruppi parlamentari al Decreto Rilancio. Il Sole 24 Ore spiega che il governo e la maggioranza si sono accordati sull’estensione dell’ecobonus alle seconde case e anche agli alberghi, così come sulla riconfigurazione temporale della CIG prima di prolungarne la durata usando i fondi di SURE e sugli incentivi per il settore auto.
Ecobonus 110 seconde case: i fondi a rischio
Ma il problema è che la coperta delle risorse utilizzabili per la rivisitazione della maxi-manovra da 155 miliardi sul saldo netto da finanziare con un ricorso a nuovo deficit per 55 miliardi resta corta per soddisfare tutte le richieste.
Sul tavolo c’è una fiche da 800 milioni (e altri 100) per il 2021. Un vincolo che non rende non facilmente realizzabili alcuni dei tentativi di correzione della maggioranza, come quello di estendere l’ecobonus oltre che a tutte le seconde case (“unifamiliari” incluse) almeno in parte anche agli alberghi. Su questo capitolo è destinata a concentrarsi una fetta consistente delle migliaia di proposte di correzione in arrivo in Commissione. C’è anche chi, come i Cinque stelle, punta a rendere utilizzabile anche in questo caso la cedibilità del credito d’imposta. Il tutto mentre al Senato si vigila per avere la certezza che il testo arrivi non ancora chiuso. Il Pd Daniele Manca chiede di non «non togliere ossigeno al bicameralismo», ma anche i Cinque stelle invocano il rispetto del criterio del doppio passaggio parlamentare.
Intanto Paolo Cosenza, presidente di Aniem Confapi, ha segnalato ulteriori problemi: “Le agevolazioni fiscali derivanti dall’utilizzo degli ‘strumenti’ Ecobonus e Sismabonus rappresentano e rappresenteranno nei prossimi 18 mesi, un notevole indotto positivo sia per il comparto edile che per i proprietari di immobili ed in cascata per tutti gli operatori diretti ed indiretti dell’indotto. Grossa limitazione sicuramente è data dalla platea di potenziali beneficiari. In particolare, i due incentivi si applicano in relazione agli interventi realizzati sui condomini e sulle singole unità immobiliari adibite ad abitazione principale dalle persone fisiche non nell’esercizio di imprese, arti o professioni”.
“Ad oggi sono escluse tutte le proprietà intestate a persone giuridiche (non rientranti nei più ampi condomini) e le seconde case isolate che, a nostro parere, rappresentano una grossa fetta del patrimonio immobiliare che produrrebbe una immediata impennata delle attività; infatti, uno dei grossi limiti di partenza, sono le numerose e complicate procedure legate alla gestione dei condomini peraltro quasi inesistenti nei soggetti giuridici e nel caso di singoli proprietari fisici”.