È l’ora del Vaffanculo finale?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-11-09

Il Movimento 5 Stelle è in caduta libera. Dal 32,7 delle elezioni politiche del 4 Marzo 2018 al 17% attuale (secondo gli ultimi sondaggi). Ma in realtà quello che preoccupa vertici del Movimento è il trend fortemente negativo che si respira nell’aria. La ragione di questo debacle deriva dal fatto che il M5S era nato come …

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Il Movimento 5 Stelle è in caduta libera. Dal 32,7 delle elezioni politiche del 4 Marzo 2018 al 17% attuale (secondo gli ultimi sondaggi). Ma in realtà quello che preoccupa vertici del Movimento è il trend fortemente negativo che si respira nell’aria. La ragione di questo debacle deriva dal fatto che il M5S era nato come movimento, non come partito. Tutto ebbe origine da un gigantesco urlo vaffanculistico contro tutto e contro tutti. Come non ricordare il mitico Vaffanculo-Day dell’8 settembre 2007? E come non ricordare il blog di Grillo. Lo si leggeva con lo stesso piacere con cui si leggeva il Vernacoliere: Testa d’Asfalto (ma anche psiconano), Ebetino (ma anche minorato morale e scrofa ferita), Salma (multi-uso, nel senso che l’epiteto era destinato a più personaggi politici), Alzheimer, Vecchia Puttana, Cancronesi, Topo Gigio etc etc. O come non ricordare (con una certa nostalgia) l’urlo della Taverna che passa dal Diversamente Onesti a offese leggermente più pesanti come Mafiosi, Schifosi, Siete delle merde, Ve ne dovete andare, Dovete morire.. .

 

beppe grillo contro salvini fatto

Immaginate il trauma dei 5Stelle quando son passati da movimento di opposizione ad essere forza di Governo. All’inizio hanno cercato di resistere. Pizzarotti, quando ha cercato di mediare fra le aspettative utopistiche e vaffanculistiche primigenie e le necessità di compromessi che nascono nel governo di una città, è stato brutalmente espulso. Poi hanno abbassato sempre più l’asticella. Hanno fatto ingoiare al proprio elettorato Tav, TAP, l’alleanza con il Partito di Bibbiano, etc etc. E questo è il loro dramma. A mio parere il M5S ha avuto il grande merito di incanalare la protesta che nasceva dallo strato più basso della popolazione contro una politica sempre più lontana dal cittadino. Il modello Berluska (se votate per me avrete, come me, soldi, successo e figa) entrò in crisi nel 2011. La crisi economica fece capire al popolo la fallacia del sillogismo berlusconiano sancendo la lunga agonia di FI. Il dopo Berluska fu anche peggio: l’Italia subì una politica di forte austerità. Fummo governati da politici saccenti, arroganti che si mettevano pure a farci la morale… Era chiaro che senza una valvola di sfogo, perfino un popolo tranquillo come quello Italiano, avrebbe accarezzato l’idea di ghigliottinare in pubblica piazza un po’ di politici… Tutto questo fu evitato grazie ai grillini.

paola taverna laurea

 

Il M5S elaborò questo modello: per ben governare, per essere nella stanza dei bottoni, bastava l’honestà, non contava nulla la competenza. Se uno era un fallito, la colpa non era sua, ma dei poteri forti (massoni, Bildenberg, cardinali, nazisti dell’Illinois, etc) che lo odiavano. Grillo trasformò il motto dello chef Auguste Gusteau (del film Ratatouille) “Chiunque può cucinare” in “Chiunque può governare”. Riuscì ad essere convincente, sedusse gli italiani e ottenne una valanga di voti, ma li ottenne troppo velocemente. La governance era inadeguata, il movimento non si era del tutto trasformato in un partito. Ma era stato in grado di intercettare il malcontento degli Italiani. Aveva avuto il grande merito di aver dato una voce al cittadino qualunque. A posteriori, la prima esperienza di Governo con la Lega non fu così negativa. Erano entrambi partiti di rottura e anti-sistema. Il Governo Conte I non dispiaceva troppo agli elettori anche se molti di coloro che avevano votato M5S finirono per trasferire il voto alla Lega, molto più attrezzata dei grillini ad essere partito.

 

lodi mensa stranieri casanova salvini di maio - 5

 

Nonostante questa vicinanza di sentimenti ed obiettivi, durante il Conte I, ci furono forti scontri nel governo GialloVerde. Ma mentre la Lega rimase forza anti-sistema, i vertici dei 5Stelle si dimenticarono dell’origine del Movimento e diventarono un po’ troppo governativi rispetto a quanto richiesto dalla loro base. Nello scontro con Salvini sulla TAV dovevano essere i 5Stelle a porre fine all’esperienza governativa, non la Lega. Sarebbero tornati all’origine. Invece decisero di essere un partito come gli altri. In Europa votarono Ursula von der Leyen e sono stati fondamentali alla sua nascita. In Italia si sono alleati con il PD, il partito del “dovete morire” di Taverniana memoria. Un atto manifestamente contro natura. E’ ovvio che questa politica contraria alle origini del M5S ha portato ad un rapido tracollo elettorale. Adesso c’è il problema Ilva. Il Movimento 5 Stelle delle origini, quello della crescita tumultuosa di consensi, non avrebbe avuto alcuna esitazione: sarebbe eruttato in un poderoso Vaffanculo e avrebbe fatto saltare il tavolo. L’attuale Partito dei 5Stelle, molto più pantofolaio e governativo, è, invece, alla ricerca di una soluzione politica e condivisa. Sarà così? Soccomberà ancora una volta la fazione movimentistica, o, finalmente, sentiremo, di nuovo, echeggiare un catartico e liberatorio Vaffa?

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