“Dove sono mamma e papà?”, le prime parole del piccolo Eitan dopo il risveglio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-28

Il bambino, 5 anni, è l’unico superstite dell’incidente sulla funivia del Mottarone. Si è risvegliato nella giornata di ieri. Al suo fianco la zia e la nonna

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Le condizioni di salute del piccolo Eitan Biran sono l’unico lampo di luce della tragedia della funivia del Mottarone. Il bambino si è svegliato nel corso della giornata di ieri. I medici ancora non hanno sciolto la prognosi (che resta riservata), ma parlano di condizioni stabili che fanno ben sperare. Al suo fianco ci sono la nonna e la zia, con quest’ultima rimasta al suo capezzale fin dal suo ricovero all’ospedale Regina Margherita di Torino. Ancora non ha contezza di quanto accaduto e le prime domande rivolte a chi gli è vicino sono un’ulteriore ferita non satura dopo quanto accaduto domenica scorsa.

Eitan si è svegliato e ha chiesto alla zia notizie della mamma e del papà

Forse ancora non sa di essere l’unico sopravvissuto di quella giornata che era partita come l’occasione per fare qualcosa di nuovo, risalendo lungo il Mottarone a bordo di quella funivia. Forse non ricorda neanche l’abbraccio del padre che ha fatto da scudo durante la caduta di quella cabina. Per questo, la sua prima domanda è stata: “Dove sono mamma e papà”. Poi ha chiesto anche dove si trovasse. Alla zia il delicato compito di raccontare, con calma, cosa è successo domenica mattina.

Nel frattempo le indagini proseguono. Il capo dell’impianto della funivia del Mottarone, Gabriele Tadini si dice pentito e chiede di poter tornare a casa. Attraverso una dichiarazione rilasciata dal suo legale, ha fatto sapere: “C’era un problema da 50 giorni, un problema alle pompe che mettevano in funzione il freno e la sua paura è che la cabina si fermasse in mezzo e fosse necessario il recupero delle persone con il cestello”.

La situazione dei tre indagati

Ma difficilmente tornerà a breve a casa. Perché la Procura di Verbania, che ha aperto il fascicolo di inchiesta che ha portato al suo arresto (insieme a quello del gestore Luigi Nerini e di un altro dipendente) ha chiesto alò gip che i tre restino in carcere. I motivi? Potrebbero inquinare le prove, potrebbero ripetere quanto fatto e visto il clamore mediatico sulla vicenda potrebbero fuggire. L’udienza è prevista per domani.

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