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Luigi Nerini, il gestore fermato per la tragedia del Mottarone: “Soffro per quei morti”
neXtQuotidiano 26/05/2021
Ancor prima del fermo avvenuto questa notte, il manager si era detto addolorato per quanto successo e percepiva la pressione mediatica (e non solo) nei suoi confronti
Prima del fermo, prima ancora delle parole della procuratore-capo di Verbania che spiegava le regioni del provvedimento nei suoi confronti (e in quelli di altre due persone che, al momento, risultano essere indagate). Luigi Nerini, il gestore della della funivia del Mottarone, dovrà rispondere delle gravi accuse mosse nei suoi confronti per la tragedia avvenuta domenica pomeriggio, costata la vita a 14 persone. Alla vigilia del suo fermo, il manager aveva fatto trasparire tutto il suo dolore per quanto accaduto e avvertiva la forte pressione (mediatica e non solo) nei suoi confronti.
Luigi Nerini, il gestore della funivia del Mottarone: “Mi sento già messo in croce”
Come riporta l’inviato de La Repubblica Paolo Berizzi, l’uomo sembra non darsi pace per quanto accaduto: “È come se fossero morti dei miei parenti, dei miei figli”, ha spiegato ad alcuni conoscenti 48 ore dopo l’incidente. La decisione della Procura di Verbania – a cui è stata affidata l’indagine – ancora doveva arrivare, quindi Luigi Nerini non era ancora a conoscenza delle gravi accuse che gli sarebbero state mosse da lì a poche ore. Perché adesso si parla di “consapevolezza” del guasto all’impianto di sicurezza. E non da pochi giorni, ma almeno dal 26 aprile (giorno della riapertura dell’impianto). E di tutto ciò sarebbero stati a conoscenza anche gli altri due fermati nella notte (l’ingegnere che dirige la funivia e un altro dipendente).
Poi le indagini hanno stretto la morsa (ovviamente ancora in fase preliminare) nei suoi confronti. E prima del fermo, nonostante il dolore per le vittime e per quanto successo, la consapevolezza di ciò a cui stava andando incontro era evidente, come spiega La Repubblica:
Il suo avvocato, Pasquale Pantano, lo ha preparato: «Dopo che gli inquirenti avranno sentito i dipendenti, si procederà con l’incidente probatorio». Nerini sente tutto il peso del giudizio mediatico, l’«essere messo subito in croce».
Adesso le indagini proseguiranno e Luigi Nerini (insieme agli altri due fermati) dovranno chiarire i punti fondamentali di questa inchiesta. A partire dalla loro eventuale consapevolezza del danno pregresso sulla struttura e il posizionamento manuale di quel forchettone per impedire lo stallo continuo.
(foto IPP/imagostock/Xinhua/VDF)