Sun Tzu e l’arte del doppio forno

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-08-25

Fu il mitico Andreotti a introdurre nella politica l’espressione della politica dei due forni. Fu lui infatti l’artefice dell’idea che la DC , per acquistare il pane (cioè fare la politica che voleva), potesse servirsi a proprio piacimento di uno dei due forni che aveva a disposizione, ossia o servirsi del forno di sinistra (socialisti) …

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Fu il mitico Andreotti a introdurre nella politica l’espressione della politica dei due forni. Fu lui infatti l’artefice dell’idea che la DC , per acquistare il pane (cioè fare la politica che voleva), potesse servirsi a proprio piacimento di uno dei due forni che aveva a disposizione, ossia o servirsi del forno di sinistra (socialisti) o del forno di destra (liberali, eventualmente anche i missini) a seconda dei casi. Fu invece Sun Tzu il primo a formalizzare gli aspetti della strategia militare nel libro “L’arte della Guerra”. Strategie talmente attuali da essere seguite anche ai giorni nostri perfino in contesti diversi da quelli militari (ad esempio per strategie aziendali).

giuseppe conte 1
La crisi attuale sta vivendo una combinazione di strategia alla Sun Tzu e di strategia Andreottiana. Salvini, che non aveva sbagliato una mossa fino agli inizi di Agosto, è ritornato di nuovo a macinare una politica molto astuta e spregiudicata. Messosi all’opposizione, ha individuato il PD come anello debole del Governo Giallorosso ed ha iniziato a bombardarlo. Convinto che giammai sarà riesumato il Governo Gialloverde, si è inserito lo stesso nella trattiva PD e 5Stelle, mettendosi dalla parte dei 5Stelle. Ha accettato i 10 punti pregiudiziali dei 5Stelle, ha perfino proposto Di Maio premier. In modo perfido ha posto solo il veto su Conte premier (rafforzandone la sua posizione nella trattativa). In questo modo ha indebolito tantissimo la posizione del PD che, per fare il Governo, dovrà accettare condizioni impensabili e non accettabili fino a soli due giorni fa, quando i 5Stelle sembravano sull’orlo di una crisi di nervi.

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Due considerazioni. La prima è che Salvini si è potuto permettere un cambio di politica di 180 gradi (esattamente come la giravolta di Renzi di una settimana fa quando ha aperto ai 5Stelle) perché il suo partito è un monolite e accetta, senza discutere, nel bene e nel male, le decisioni del capo. La seconda osservazione riguarda il perché Salvini consideri il PD e non i 5Stelle il ventre molle dell’alleanza. Secondo me vede il partito diviso fra PD-exPCI e PD-exDC, vede la leadership debole se non inesistente di Zingaretti (un mio amico del PD mi ha detto che Zingaretti più che il fratello del Commissario Montalbano sembra l’agente Agatino Catarella), e, soprattutto, vede Renzi come un suo alleato (in quanto nemico del suo nemico). Infatti il nuovo partito che Renzi si dice vuol fondare, per raggiungere una consistenza numerica ragionevole, si dovrà “cibare”, in modo abbondante di elettori delusi dal PD. Per questo, se questo Governo andasse bene andrebbe contro gli interessi politici di Renzi. Da notare inoltre che, nello stesso tempo, grazie al suo gruppo parlamentare compatto, Renzi ha potere di interdizione sull’azione politica del futuro Governo. Quindi Infine una mia riflessione: non ho ancora capito sia perché Salvini abbia scatenato la crisi politica adesso (un errore marchiano per chiunque, figuriamoci per uno che non ha quasi mai sbagliato una mossa) e sia perché il PD, nonostante tutto, insegua con ostinazione la formazione di un Governo dove, molto probabilmente, ha solo da perdere. Sempre il mio amico del PD mi ha risposto “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare” … ma allora, se le cose stanno così, chi sta prendendo le decisioni, almeno per il Pd (se non per l’Italia tutta)?

Leggi sull’argomento: Come Di Maio usa Conte per far morire il governo giallorosso prima della nascita

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