Edoardo Ziello: il leghista e il complotto delle ONG dietro la vittoria di Diodato a Sanremo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-10

Sovranisti sull’orlo di una crisi di nervi scoprono che a Sanremo è stata calpestata per l’ennesima volta la sovranità del (tele)voto popolare sconcertati dai poteri fortissimi delle ONG. E Mattarella che fa????

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Antonio Diodato con Fai Rumore ha vinto la settantesima edizione del Festival di Sanremo. Mentre nei salotti televisivi tiene ancora banco la querelle del duo Morgan-Bugo altrove c’è chi si interroga sul perché e il percome Diodato sia riuscito a vincere il Festival. Esattamente come l’anno scorso, quando ci fu una feroce polemica perché aveva vinto Mahmood e Ultimo era arrivato secondo, anche quest’anno i sovranisti non si spiegano come mai abbia vinto Diodato e non Gabbani.

L’onorevole leghista, Mediterranea e la vittoria dei “buonisti”

I dati delle votazioni sono pubblici (qui). Il deputato della Lega Edoardo Ziello, così come tanti altri, sembra essere convinto che la spiegazione sia una sola: «il festival è stato vinto da un amante del ‘sinistro pensiero’…». La ragione? Il giorno della finalissima l’ONG Mediterranea  Saving Humans (che è italiana) ha pubblicato un tweet in cui annunciava che avrebbe tifato per Diodato. Nel messaggio una foto del cantante con addosso una maglietta di Mediterranea.

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Come sempre quando si tratta di ONG non servono molte prove. Per mesi ci siamo sorbiti la storia dei “vicescafisti”, dei “taxi del mare” e degli accordi sottobanco con i trafficanti; il tutto pagato coi soldi di Soros per portare a termine il grande piano di invasione. Nulla di tutto ciò era vero, hanno dimostrato le inchieste delle procure. E quindi perché mai dovrebbe essere vera la versione dell’onorevole Ziello?

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L’account della Lega Pisa – Salvini Premier nei commenti ha le idee chiare, anzi, chiarissime, su come potrebbero essere andate le cose: «potrebbe essere stato fatto una precisa raccolta di voti proprio nei canali tra associazioni e spalleggiatori del sistema ONG per poi fregiarsi di questa pubblicità». Il problema di questa teoria è che nelle interviste Diodato non parla minimamente di migranti, ONG, o di Mediterranea. Parla invece molto dell’ex Ilva di Taranto, visto che è la sua città e visto che da anni è in prima linea per la tutela della salute dell’ambiente. E proprio a Taranto ha dedicato la vittoria. Sull’ex Ilva Diodato, dopo aver ricordato di essere il direttore artistico del Primo Maggio di Taranto, dice che  «la situazione dell’ex Ilva è inaccettabile».

I sovranisti che “ci hanno rubato la sovranità popolare” del televoto

Non una parola invece sulle ONG o sui migranti. Solo in fondo ad un’intervista al Mattino Diodato parla di accoglienza, di tolleranza, di aperture all’altro: «la musica è una risorsa, si fa insieme a persone diverse da te, che suonano strumenti diversi da te. Mi piace pensare che esista un’Italia diversa da quella che si vorrebbe maggioritaria, perennemente incazzata, malpancista. O che, comunque, quei toni esasperati inizino ad essere avvertiti come un’esagerazione: chi unisce è meglio di chi divide, chi accoglie è meglio di chi rifiuta. I messaggi di tolleranza lanciati dall’Ariston possono essere importanti perché arrivano nelle case di chi guarda la tv con leggerezza, senza slogan, con un sorriso».

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Ma appunto quei messaggi non sono stati compresi. Ad esempio sempre secondo l’onorevole Ziello quello che è andato in scena sul palco dell’Ariston non è stato il Festival della Canzone italiana ma «il Festival del degrado». Ad accompagnare questa affermazione ovviamente c’è la foto del bacio tra Achille Lauro e il suo chitarrista Boss Doms. C’è chi, come Libero, ricorda la profezia di Matteo Salvini che ebbe a dire: «vincerà uno di sinistra e e politicamente corretto» invitando contemporaneamente a non guardare il Festival.

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Avrebbe dovuto vincere Francesco Gabbani, strillano quelli che hanno scoperto che il “popolo” ha votato per il cantautore toscano (ma il voto valeva esattamente il 34% del totale). Ancora una volta il voto popolare viene calpestato, spiegano. E chissà cosa avrebbero detto invece se avesse vinto proprio Gabbani. Lui che la sera delle cover ha portato sul palco sette italiani “etnicamente” diversi lanciando il messaggio siamo tutti italiani.

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E proprio Gabbani, a differenza di Diodato, qualcosa sui migranti l’ha detta, ed è stata una dichiarazione assai buonista. Ma forse i valorosi patrioti si sono fatti obnubilare dal Tricolore. Oppure semplicemente non hanno guardato Sanremo, e quindi perché si lamentano se ha vinto qualcuno che non gli piace?

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