Attualità
Luigi Di Maio, i contributi versati e il lavoro in nero (anche come steward)
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-12-04
La Stampa ficca il naso nei contributi INPS del vicepremier: c’è solo il pagamento per i tre mesi nell’azienda del padre. Il resto? O bufala, o mancia
Flavia Amabile sulla Stampa di oggi ficca il naso nei contributi INPS di Luigi Di Maio dopo le note polemiche di questi giorni sul padre e la storia del lavoro nero in pizzeria: l’estratto dell’Istituto di previdenza contiene solo le tre buste paga dall’azienda familiare. Nessuna traccia dei “periodi estivi”, di quelli da cameriere in una pizzeria o di steward al San Paolo.
La schermata dell’Inps intestata a Luigi Di Maio è breve. Si intitola «estratto conto previdenziale» e comprende una sola riga: i contributi previdenziali versati dal 27 febbraio al 27 maggio del 2008. Tre mesi, cinque settimane effettive e 1283 euro di reddito. Non risulta altro nella pagina dell’Istituto pensionistico relativa al vicepremier nell’intera sua vita lavorativa.
Se ha lavorato allo stadio come steward nel 2006 guadagnando 30 euro ogni partita, come ha raccontato lui stesso, ha lavorato in nero. Se ha lavorato in pizzeria, come racconta il titolare di un locale di Pomigliano D’Arco, la città dove è cresciuto, ha lavorato in nero. Se ha lavorato durante le estati giovanili sui cantieri del padre, come ha raccontato lui stesso, ha lavorato in nero.
Il vicepremier era all’epoca inquadrato inizialmente come «operaio», poi come «manovale», con un livello 1. Si tratta di un contratto di lavoro nel settore Edilizia, Piccole e Medie Imprese, con una retribuzione di 632,99 euro (minimo), 513,46 per contingenza, 10,33 (E.D.R), ai quali si sommavano 150, 51 euro per Indennizzo territoriale. Totale: 1.348,81 euro mensili lordi per 40 ore settimanali. A Di Maio venivano assegnati ferie e permessi retribuiti come da contratto nazionale di categoria. Compresi in busta paga anche indennità di mensa e di trasporto.