Di Maio: la reazione della Francia? Quella che volevamo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-08

Il vicepremier e bisministro confessa: puntava proprio all’inasprimento dei rapporti con Parigi in ottica elettorale

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Luigi Di Maio non sembra molto preoccupato del richiamo dell’ambasciatore da parte della Francia. Anzi. In un retroscena firmato da Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo per La Stampa si racconta che il vicepremier e bisministro puntava proprio all’inasprimento dei rapporti con Parigi in ottica elettorale:

«Ma stiamo scherzando? Io ho tutto il diritto di incontrare chi voglio – replica Di Maio Salvini non è il migliore amico della Le Pen?». Il grillino è il primo però a sapere che la manovra politica avrebbe potuto avere questi rischi . Lo sgarbo è studiato, pianificato. Anzi, la reazione della Francia «è quella che volevamo», commenta con i collaboratori.

Creata ad arte dall’insistenza di Di Battista. Perché, è il ragionamento, serviva a uscire dal cono d’ombra europeo. Una mossa per attirare altri potenziali alleati, che potrebbero riconoscere nel M5S il capofila di un’alternativa a Macron ma anche a Salvini. In questo modo, infatti, Di Maio prova a smarcarsi dal leghista sul fronte interno, cercando di strappargli la maglia dell’anti-Macron in Europa. È la classica costruzione del nemico, utile per creare un network di consenso e uscire dall’isolamento.

Ma dall’altra parte della barricata non c’è solo Macron per i 5 Stelle. C’è anche Salvini, che si dimostra sempre più il miglior collettore dei voti in uscita dal MoVimento 5 Stelle:

Una tecnica che Salvini conosce bene e che ribalta: «A differenza di Di Maio, noi una famiglia europea ce l’abbiamo», fa notare il leghista, raccontando come Le Pen abbia riempito le città francesi con manifesti che la ritraggono con lui. È così , secondo Salvini, che si incide in Europa, per cambiarne gli equilibri. «Ma bisogna farlo seriamente, senza filtrare con i violenti», dice, e «con la credibilità di chi per esempio mantiene gli accordi sulla Tav». L’Alta velocità Torino-Lione è la piattaforma perfetta per le argomentazioni di Salvini, intenzionato comunque a martellare sul presidente francese su migranti, Fincantieri-Stx e Libia.

Leggi sull’argomento: «Piuttosto che fare la TAV, facciamo cadere il governo»

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