I 20-25mila euro al mese a cui Di Battista ha dovuto rinunciare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-18

Nelle chat dei parlamentari grillini le accuse all’ex parlamentare: ha scritto il libro per guadagnarci ma non c’è mai quando serve

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Doveva andare in India e guadagnare 25mila euro al mese ma il viaggio è saltato: per questo Alessandro Di Battista ha scritto il libro per il Fatto Quotidiano in cui spiega la sconfitta del MoVimento 5 Stelle con la troppa “intelligenza con il nemico” (ovvero il sistema) mettendo sotto accusa tra le righe chi ha voluto più di tutti l’accordo con la Lega, ovvero Luigi Di Maio. A raccontare il retroscena è oggi Alessandro Trocino sul Corriere della Sera:

L’esternazione di Di Battista viene contestata nelle molte chat che viaggiano tra i parlamentari. Si racconta che l’ex deputato avesse un accordo con Loft, la piattaforma tv del Fatto, per scrivere reportage dall’India. Ma il viaggio, pluriannunciato, è saltato. «L’accordo, ci aveva detto lui stesso — racconta un deputato —, doveva portargli un compenso di 20-25mila euro al mese. E invece è saltato.

Per questo se n’è uscito con questo libro. Per sfruttare l’immagine del Movimento e fare soldi». Quella del denaro è una voce ricorrente tra i parlamentari, infuriati. Si racconta nelle chat che abbia partecipato più volte alle «war room», i gabinetti di guerra di Di Maio, e in un’occasione abbia spiegato di aver bisogno di soldi ed i sperare in un ruolo retribuito nel Movimento.

di battista desaparecido scomparso sommergibile elezioni - 3

Torna d’attualità quindi la figura di Dibba il Sommergibile, che disegna la tendenza del Che Guevara di Frosinone a scomparire nei momenti difficili:

Menzogne contro una voce scomoda? Possibile, ma in molti fanno notare che Di Battista sia sempre stato a favore di un governo con Salvini e che ora il dietrofront sia motivato da altro. Con l’aggravante di parlare da quasi esterno. «Ogni volta che c’è una responsabilità — scrive un parlamentare— si tira indietro. Gian roberto gli aveva offerto di fare il sindaco di Roma e ha detto no. Luigi di fare il candidato alle Europee e ha dettono. Vuole fare la rivoluzione, ma non si fa da casa, scrivendo libri. Si fa scendendo in piazza».

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