Il decreto ingiuntivo per Pietro Grasso e i “morosi” del PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-16

Il tribunale civile ha riconosciuto il debito: scattano i decreti ingiuntivi

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La storia dei parlamentari fuoriusciti dal Partito Democratico e dei soldi non versati da chi ha fondato MDP e poi Liberi e Uguali si arricchisce di un nuovo capitolo. Salvatore Dama su Libero fa infatti sapere che il tesoriere del Partito Democratico ha fatto un ricorso al tribunale civile e un decreto ingiuntivo nei confronti dei “morosi”. Tra cui c’è Pietro Grasso, spesso chiamato in causa in queste vicende:

La mannaia di Francesco Bonifazi affonda il colpo giusto in tempo per gli opening party di Ibiza, isola della quale il tesoriere dem è assiduo frequentatore. I soldi per far quadrare i conti del Pd arriveranno dai “traditori”. Quelli che prima hanno fondato il gruppo Mdp e poi Liberi e Uguali. I bersaniani, insomma.

Dovevano dei soldi al partito che, dopo la scissione, non hanno più versato. E allora i compagni si sono rivolti alla giustizia. Il Tribunale civile ha dato loro ragione. Abbandonare il partito di elezione non cancella l’obbligo di versare le quote pregresse. Così sono arrivati i decreti ingiuntivi. Anche all’ex presidente del Senato Pietro Grasso. Che ha guidato Leu, in maniera abbastanza modesta, alle elezioni e che adesso rischia una condanna per insolvenza.

piero grasso

Grasso deve 80mila euro ma ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna ingiunzione:

All’epoca la scissione dei bersaniani era costata 630mila euro l’anno, in termini di mancati versamenti ai Gruppi parlamentari. Ora quei soldi tornano indietro con gli interessi. «L’esperimento di recupero delle somme dovute dai parlamentari morosi sta producendo gli effetti desiderati», informa una nota del Pd, «degli oltre 60 decreti ingiuntivi richiesti, per un totale di circa 1,6 milioni, ne sono stati emessi una larga parte, peraltro, riconoscendo l’immediata esecutività del credito.

Questi proventi saranno destinati in favore dei lavoratori». Secondo statuto, i parlamentari piddini dovevano restituire 1.500 euro al mese della loro indennità. Gli onorevoli entrati in rotta di collisione con Renzi hanno approfittato della situazione per tenersi i soldi. Ma ora devono sganciare. Grasso deve qualcosa come 80mila euro. Lui? Parla di«ritorsione» e dice di non aver avuto nessuna notifica.

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