Perché De Falco dovrebbe chiedere a Grillo di reintegrarlo nel M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-01

Il comandante esce dal bunker e ringrazia i suoi sostenitori su Facebook ricevendo in cambio una marea di improperi. Ma invece di perdere tempo con la mozione degli affetti De Falco dovrebbe provare la strada maestra per la riammissione nel M5S

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Gregorio De Falco esce dal bunker. Dopo l’annuncio dell’espulsione il senatore del MoVimento 5 Stelle non aveva ancora aggiornato la sua pagina Facebook e aveva soltanto rilasciato dichiarazioni alle agenzie di stampa. Oggi ha pubblicato un messaggio sul quale si sono riversati gli ingranaggi della macchina del fango già in moto da mesi nei suoi confronti.

Perché De Falco dovrebbe chiedere a Grillo di reintegrarlo nel M5S

«Vorrei ringraziarvi di cuore perché, nonostante il provvedimento severo adottato nei miei confronti, sono stato circondato da affetto e numerosi consensi che mi spronano a continuare su questa strada, coerente con i principi fondanti e le finalità del Movimento, e nel rispetto della democrazia costituzionale», ha scritto De Falco finendo subito rintuzzato dai suoi ormai ex fans: «Comandante l italiano lo conosce perché le considerazioni di costituzionalità, perché sempre osservazioni di fini giuristi vengono dopo e non ex ante quando avete letto il codice etico, ed accettato, condicio sine qua non della candidatura? Chi glielo ha ordinato il dottore di candidarsi?», scrive – testualmente – Ernesto con un bel numero di umorismo involontario; «Si dimetta e lasci il posto a persone veramente coerenti e che rappresentano noi elettori dei 5 stelle. Lei purtroppo è li grazie anche al mio voto perciò le chiedo di tornare gentilmente a casa e di farsi eleggere nelle liste di pd o forza italia. La ringrazio», gli fa eco Roberto.

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Lo status di De Falco su Facebook

De Falco sembra ancora trovarsi nella fase della “negazione” per l’elaborazione del lutto, ed evidentemente pensa di poterne uscire attraverso un ripensamento del M5S nei suoi confronti. Ciò è impossibile perché non è mai accaduto se non quando l’eletto caduto in disgrazia non ha fatto abiura e pentimento, e De Falco non sembra il tipo adatto alla contrizione. Invece di perdere tempo, De Falco dovrebbe invece considerare una strada politica più efficace: visto che è stato buttato fuori per un “dissenso etico” e non per aver nascosto condanne o inventato lauree, dovrebbe considerare la possibilità di fare appello contro il provvedimento al Garante del MoVimento 5 Stelle, ovvero Beppe Grillo. Lui è (o meglio: sostiene di essere) il custode dei principi e dei valori fondanti del M5S, che di certo non prevedevano condoni in amicizia a Ischia o violazioni del dettato costituzionale in nome della sicurezza e le espulsioni prevedono per Statuto che l’appello si svolga presso il Garante. E allora chi meglio di Beppe potrebbe riammetterlo nel MoVimento in nome della purezza dei principi del M5S? Ecco perché De Falco dovrebbe appellarsi a Grillo. Anche perché, se poi Grillo dovesse fare lo gnorri come gli càpita ogni volta che deve rispettare i principi che enuncia per gli altri, almeno avremmo tutti l’esatta dimensione della pasta con cui è stato fatto.

Leggi sull’argomento: Il Garante vita natural durante: come funziona la democrazia diretta da Beppe Grillo

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