698 anni e non li dimostra

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-05-31

Quasi 700 anni fa moriva Dante ma la sua opera e il suo pensiero sono ancora attuali. A Ravenna organizzano, come ogni anno, un convegno che raccoglie Dantisti da ogni parte del mondo. In Italia sottovalutiamo quanto sia apprezzato Dante. Vi erano sì molti Italiani che insegnano Dante in Università Italiane o Estere (ho incontrato …

article-post

Quasi 700 anni fa moriva Dante ma la sua opera e il suo pensiero sono ancora attuali. A Ravenna organizzano, come ogni anno, un convegno che raccoglie Dantisti da ogni parte del mondo. In Italia sottovalutiamo quanto sia apprezzato Dante. Vi erano sì molti Italiani che insegnano Dante in Università Italiane o Estere (ho incontrato una colonia di Dantisti Toscani che insegnano in varie prestigiose Università del New Jersey) , ma vi erano anche moltissimi speakers stranieri, che, grazie a Dante, si sono avvicinati alla cultura del nostro Paese. Hanno tenuto dotte conferenze in un Italiano forbitissimo. Fra due anni vi sarà il 700-esimo anniversario della morte del Sommo Poeta e, al convegno, si è parlato anche di iniziative e di celebrazioni. Il Governo ha istituito una Commissione Nazionale per coordinare le manifestazioni. Ma anche all’estero non stanno con le mani in mano: i Dantisti dell’America Latina mi hanno parlato di un convegno che vogliono organizzare a Settembre-Ottobre del 2021: prima a Lima e poi nelle Galapagos. D’altra parte la Montagna del Purgatorio che si erge solitaria in mezzo all’oceano ricorda proprio una delle remote ed esotiche isole dell’arcipelago delle Galapagos.

divina commedia

L’alta considerazione, quasi l’affetto verso Dante è provata dal fatto che a Ravenna, la Tomba di Dante è continuamente visitata ancora oggi. Tante città hanno reclamato le spoglie mortali del Sommo Poeta: Ravenna, Verona, Firenze ma anche Buenos Aires… Dante ha influito nel Secolo in cui ha vissuto. Era un Uomo del Tardo MedioEvo ma aveva assorbito tutti i fermenti che avrebbero portato alla Rinascita Culturale. Conosceva Aristotele come conosceva Euclide. Tramite Pietro Ispano (futuro Giovanni XXI, unico Papa messo da Dante nel Paradiso) conosceva la logica. Era imbevuto delle idee degli empiristi inglesi (Grosseteste, Bacon e Duns Scoto). Conosceva in profondità le opere di Averroè ed Avicenna. Probabilmente conosceva i contributi di Leonardo Pisano detto il Bigollo, noto a noi come Fibonacci, ma Firenze aveva bandito nel 1280 l’uso dei numeri indiani (erano stati chiamati così da Fibonacci) per cui Dante (sempre speranzoso di rientrare a Firenze dall’esilio) non fa mai cenno di conoscere la nuova numerazione. Dante ha inventato una cosmologia, ha inventato una lingua, ha raccolto in modo non banale e poetico tutte le conoscenze dell’epoca (dalla Medicina alla Fisica). La sua opera permette di dare uno sguardo profondo nel mondo Medioevale. Da subito la sua grandezza è stata riconosciuta ed è stata riconosciuta la grettezza degli uomini che non hanno saputo revocare l’ingiusto esilio. In Toscana era tradizione imparare brani della Divina Commedia. Non è infrequente, ancora adesso, sentire qualche oste declamare qualche canto Dantesco mentre uno gusta una bistecca e la pappa al pomodoro. Il più famoso di questi osti è sicuramente il Cecchini, il macellaio poeta. Si sono confrontati con lui non solo letterati, ma anche artisti, scienziati e poeti.

A partire da Giotto e Botticelli, l’ Iconografia dell’Inferno non può prescindere dalla costruzione dantesca. Non si può immaginare niente di diverso da Caronte, da Minosse e dai diavoli che fanno trombetta con il sedere. Galileo Galilei, a 24 anni, fu chiamato dall’Accademia Fiorentina , adesso nota come Accademia della Crusca, a tenere due lezioni sull’architettura dell’Inferno. In queste due lezioni affrontò (molto probabilmente per la prima volta nella sua vita) tematiche scientifiche quali la caduta dei gravi e le omotetie multi-scale. Tutti argomenti centrali della futura opera di Galileo e che furono affrontate nei Discorsi su due nuove Scienze, lavoro che da tutti è indicato come l’inizio della Scienza moderna. Ulisse è probabilmente il personaggio più suggestivo (e contemporaneo) di tutta la Divina Commedia. Solo il genio di Dante poteva avere il coraggio di riprendere un personaggio creato da Omero e dargli nuova vita. Fiumi d’inchiostro sono stati scritti su Ulisse e tantissimi poeti (ad esempio Joyce e Borges) si sono cimentati con questo eroe dantesco che contiene in sé la quintessenza di noi esseri umani. Dante è la nostra bandiera culturale. Quello che ha dato una lingua comune a tutti noi. La sua opera ci fa da radice culturale comune. Fra due anni, per i settecento anni dalla sua morte, riconosciamone la Sua grandezza, contemporaneità e grande impatto su tutta la cultura mondiale. Per una volta, sotto la Sua bandiera, comportiamoci da Popolo fiero del suo Passato. Sarebbe l’ora di smettere di non riconoscere la grandezza della nostra Storia.

Leggi sull’argomento: Cosa chiedono i Verdi all’Europa

Potrebbe interessarti anche