Chi vuole censurare i Diplomatic Cable?

di Armando Michel Patacchiola

Pubblicato il 2019-07-14

Sia il favorito Borish Johnson che il suo rivale, l’attuale ministro degli Esteri Jeremy Hunt, si sono schierati in difesa del Daily Mail e contro le dichiarazioni dell’assistente commissario della Metropolitan Police Neil Basu, che in queste ore aveva ammonito gli organi di stampa dal pubblicare «ulteriori dettagli» sulla vicenda

article-post

Nel Regno Unito non si placa la polemica per la fuga di notizie sui Diplomatic Cable. Sul dibattito, e sulla libertà di stampa, sono intervenuti entrambi i candidati Tories a succedere al n° 10 di Downing Street, a Londra, la dimora e sede ufficiale del primo ministro britannico. Sia il favorito Borish Johnson che il suo rivale, l’attuale ministro degli Esteri Jeremy Hunt, si sono schierati in difesa del Daily Mail e contro le dichiarazioni dell’assistente commissario della Metropolitan Police Neil Basu, che in queste ore aveva ammonito gli organi di stampa dal pubblicare «ulteriori dettagli» sulla vicenda riguardante le note private che l’ormai ambasciatore britannico degli Stati Uniti Sir Kim Darroch aveva inviato al Governo del suo paese mentre svolgeva le sue funzioni diplomatiche.

Il Regno Unito si è schierato a favore della libertà di stampa

A Bedfordshire, nell’Ingilterra orientale, durante un comizio della sua campagna elettorale, Johnson ha chiarito come non sia «concepibile» che i quotidiani che pubblichino questo materiale siano «perseguitati», in quanto queste pubblicazioni sono sì «imbarazzanti», ma non sono una minaccia alla «sicurezza nazionale». «E’ loro compito – prosegue – portare nuovi e interessanti fatti a pubblico dominio. Ed è il motivo per cui sono lì» . «Perseguire questi principi equivale a infrangere la libertà di informazione e avere un effetto dissuasivo al dibattito pubblico».

brexit johnson prosecco

Sposa la stessa linea il suo rivale Hunt, che ha sottolineato come «queste fughe di notizie abbiano danneggiato le relazioni tra Regno Unito e Stati Uniti» e danneggiato «un ambasciatore fedele al suo lavoro» motivo per cui il «responsabile ne debba rispondere». «Ma difendo fino in fondo – prosegue – il diritto della stampa di pubblicare queste notizie se le ricevono e se le giudicano nell’interesse pubblico: questo è il loro lavoro». La presa di posizione dei due leader del Partito Conservatore, che in precedenza non avevano preso una posizione non fortemente a favore del di Darroch, segue una dure critiche a favore sulla libertà di stampa.

Nel suo ultimo articolo Isabel Oakeshott, la giornalista del Daily Mail che ha fatto scoppiare il caso dei Diplomatic Cable, ha parlato di «vandalismo diplomatico» e ha riferito di alcune note in cui spiegava che Darroch riteneva in un certo senso pretestuosi e «personali» i motivi che hanno portato gli Stati Uniti a uscire dall’accordo nucleare con l’Iran, molto probabilmente legati alla necessità di prendere le distanze con il suo predecessore Barack Obama. L’accordo nucleare con l’Iran, stipulato nel 2015 e abbandonato dall’Amministrazione statunitense nel 2018, è attualmente uno dei motivi più controversi, delicati e geopoliticamente destabilizzanti nel Medio Oriente. Le sanzioni sulle esportazioni di petrolio iraniano sono uno dei fattori che hanno contribuito a far salire il prezzo del greggio nell’ultimo periodo.

Leggi sull’argomento: Tutti i leghisti che sbugiardano Salvini (su Savoini e la Russia)

Potrebbe interessarti anche