C-Star: la nave anti-ONG respinta da Malta
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-08-19
La Valletta ha respinto la nave dell’organizzazione di estrema destra “Generazione Identitaria” (franco-tedesca-italiana). Loro hanno dichiarato conclusa la “missione”, durata alla fine pochi giorni
Dopo la Tunisia anche Malta ha respinto la nave dell’organizzazione di estrema destra “Generazione Identitaria” (franco-tedesca-italiana), la C-Star, che per qualche giorno – con qualche problema tecnico – ha pattugliato le acque a largo della Libia per impedire alle navi delle ONG di aiutare i migranti in mare, segnalandone la presenza alla Guardia Costiera libica.
La C-Star respinta da Malta
Il gruppo ha denunciato La Valletta sostenendo che “mentre i terroristi di Isis sono accolti di ritorno in Europa senza alcun problema, attivisti patriottici sono tenuti fuori dal proprio continente”. Su Facebook Generazione Identitaria ha scritto che “al nostro equipaggio è stato negato anche il rifornimento di acqua e generi di prima necessità per l’equipaggio. Una situazione assurda, disumanità a senso unico. I cittadini maltesi, opponendosi al loro governo, hanno mostrato la loro solidarietà passando a salutare gli identitari con alcune imbarcazioni”.
Quelli di Generazione Identitaria hanno dichiarato comunque conclusa la loro missione, che in tutto è durata ben cinque giorni. “Questa è una vergogna storica per la nazione di Malta, una volta indipendente e fiera. La prima e unica volta in cui effettivamente controllano i propri confini durante questa crisi migratoria è quando dei patrioti europei voglio entrare legalmente”.
“Una missione durata cinque giorni”
La parte più curiosa della vicenda è che tra i sostenitori di Generazione Identitaria, direttamente sulla pagina Facebook, c’è chi si domanda se la loro sia stata un’operazione o una vacanza, mentre i “patrioti” di Defend MALTA hanno lanciato una petizione diretta al governo di Malta, per lasciare attraccare la C-Star.
La settimana scorsa la nave era stata fermata all’ingresso del Canale di Suez, sempre per alcune irregolarità nei documenti di viaggio. Poi era stata bloccata anche a Suez. Successivamente aveva chiesto aiuto alla capitaneria italiana per problemi tecnici al motore, ma successivamente aveva rifiutato l’aiuto di una ONG che si trovava in zona.