Cristiano Ronaldo e la Juventus in Borsa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-14

Cristiano Ronaldo alla Juventus è stato un affare anche per la Borsa? Il Fatto Quotidiano oggi racconta il velocissimo exploit borsistico del titolo della società bianconera, schizzato in sole 5 sedute da 69 centesimi a 90 centesimi del picco del 10 luglio, che in valore vuol dire 210 milioni di euro sonanti, con qualcuno che ha …

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Cristiano Ronaldo alla Juventus è stato un affare anche per la Borsa? Il Fatto Quotidiano oggi racconta il velocissimo exploit borsistico del titolo della società bianconera, schizzato in sole 5 sedute da 69 centesimi a 90 centesimi del picco del 10 luglio, che in valore vuol dire 210 milioni di euro sonanti, con qualcuno che ha fatto l’affare della vita e molti (i piccoli azionisti saliti sul carro all’ultimo momento) che si stanno già ora leccando le ferite.

A segnalare forse che non era qualche tifoso esagitato a scommettere sull’affare del secolo per il club torinese ma mani piuttosto esperte e pesanti, sono proprio i volumi scambiati. Fortissimi. Il 4 luglio il titolo Juve sale da 69 a 74 centesimi con ben 13,4 milioni di azioni scambiate, cinque volte i volumi della seduta precedente e 10 volte la media delle ultime 2 settimane. Poi il 5 il botto, con 39,7 milioni di azioni passate di mano. Si riparte alla grande già la mattina del 6 luglio.

Finora tutto tace. Solo nel tardo pomeriggio arriva dalla società lo scarno comunicato (su richiesta Consob) delle diverse opzioni in campo. La seduta finisce con ben 60,6 milioni di pezzi scambiati e con il titolo volato a 88 centesimi. La frenesia non si placa e alla riapertura di lunedì 9 luglio girano di mano altri 39 milioni di titoli. La scorribanda si chiude finalmente il 10 luglio con l’annuncio ufficiale dell’acquisto del campione ex Real Madrid e di nuovo scambi in fibrillazione con 26,3 milioni di pezzi che hanno cambiato proprietario.

cristiano ronaldo juventus borsa
Cristiano Ronaldo e il rally della Juventus in Borsa (Il Fatto, 14 luglio 2018)

Il ragionamento di Fabio Pavesi, che firma l’articolo per il quotidiano di Travaglio, è semplice: visto che il flottante Juve è il 26,2% del totale, il passaggio di mano di 113 milioni di titoli totali (ovvero il 43% di quello che è rimasto sul mercato) è l’indizio di movimenti forti da chi era in possesso di un buon numero di azioni. Una grande scommessa vincente o la speculazione di chi aveva accesso a informazioni riservate?

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