Il mitico dietrofront di Costa sul prestito della BEI

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-06

Cinque giorni fa il ministro dell’Ambiente scriveva una lettera per dire che il governo non voleva i soldi dati in prestito dalla Banca europea degli investimenti. Oggi annuncia che il governo sta lavorando con la Bei per la stipula del “mutuo”

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Ieri il governo piagnucolava per la mancanza di fondi per il dissesto idrogeologico eppure aveva rifiutato i soldi messi a disposizione dalla Bei. Si trattava di 800 milioni in prestito a tasso agevolato che sarebbero eventualmente potuti confluire nella struttura denominata Italia Sicura creata dal governo Renzi. Quei soldi, un prestito da restituire in un massimo di 25 anni per un grande piano di opere contro il dissesto idrogeologico, però il governo non li voleva.

Quando Costa diceva che non avrebbe accettato il prestito della Bei

Qualche giorno prima il ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva spiegato alla Stampa che quei soldi il governo non li voleva. L’accordo mutuo, aveva dichiarato il ministro, sarebbe stato contrario «all’amministrazione dei soldi pubblici da buon padre di famiglia», poiché «gli interessi sarebbero stati pagati da tutti i cittadini». E «quale padre di famiglia, potendo avere soldi in cassa, preferisce indebitarsi con un mutuo? Oltretutto affrontando complesse pratiche di mutuo di difficile gestione» ribadiva il ministro dell’Ambiente.

 

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Meglio quindi utilizzare i novecento milioni di euro stanziati dall’esecutivo – che però si potranno investire sul territorio nell’arco di tre anni – che i soldi della Bei, che invece potevano essere spesi subito ma che avevano un costo: gli interessi. Secondo alcune simulazioni della Banca europea per gli investimenti però il prestito permetterebbe all’Italia un risparmio anche superiore a 150 milioni di euro sulla spesa per interessi. I prestiti concessi dalla Bei infatti hanno un tasso d’interesse intorno all’1%, decisamente più basso del tasso d’interesse al 3% pagato per i titoli di Stato (quelli con cui il Paese chiede in prestito soldi ad investitori pubblici e privati).

Costa scopre che il prestito della Bei è molto conveniente

Si scopre però oggi che i sei miliardi di euro stanziati dal governo (900 milioni a triennio) comprendono anche il prestito della Bei. Che – scrive il ministro Costa su Facebook – non sarebbe stato “rifiutato” o rescisso: «In verità non abbiamo rescisso proprio niente. Semplicemente perché il mutuo – annunciato molte volte dal precedente governo – non è stato mai stipulato». Ma in effetti nessuno diceva che l’avesse rescisso. Semplicemente, aveva detto di no la settimana scorsa e oggi ha cambiato idea. Insomma oggi il ministro dell’Ambiente non trova poi così sconveniente utilizzare anche i soldi del prestito della Bei che invece appena cinque giorni fa riteneva poco saggio utilizzare.

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Addirittura Costa scrive che non è colpa sua se il mutuo non è ancora stato stipulato: «Tra l’altro poi il mutuo lo stipula il Ministero dell’Economia non il ministro dell’Ambiente». Ma se questo non è stato fatto non è per colpa delle manine operose del MEF ma perché la procedura per il prestito – concordato con il precedente governo nel dicembre del 2017 – si è interrotta perché sono sopraggiunte le elezioni politiche e l’attuale governo evidentemente ha lasciato l’accordo in un cassetto e non ha avuto il tempo (o la volontà) di chiudere la questione.  Questione sulla quale proprio Sergio Costa sembrava aver messo la parola fine con quelle dichiarazioni alla Stampa su mutui e padri di famiglia. Oggi Costa non si ricorda cosa ha detto Costa la settimana scorsa. Il che è tranquillizzante, per uno che fa il ministro.

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La lettera mandata da Costa alla Stampa

Senza contare che in questo caso buon padre di famiglia sarebbe il governo a rischio procedura d’infrazione per disavanzo eccessivoMa non è così, perché nel frattempo qualcuno deve aver spiegato che il “mutuo” con la Bei è più vantaggioso che fare altro debito pubblico per finanziare gli interventi per la prevenzione dei danni causati dal dissesto idrogeologico. E così il ministro dell’Ambiente scrive che ora «stiamo valutando la progettazione e la programmazione degli interventi legati a quel mutuo» e che non c’è «nessuna rinuncia a priori, ma solo una valutazione condivisa, con Bei e con le regioni». Costa, quello che una settimana fa scriveva di suo pugno e firmava una lettera che affermava l’esatto contrario. Evidentemente il ministro ha delle idee, ma se non vi piacciono ne ha delle altre.

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