Cosa si deve inventare la povera Lucia Borgonzoni per riuscire ancora a parlarci di Bibbiano

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-11

La senatrice della Lega torna a parlare di Bibbiano per dirci che la Lega non ha mai attaccato la magistratura ma solo i servizi sociali della Val D’Enza. Ma non è vero, e soprattutto visto che si è parlato di affidi giudiziali la Borgonzoni non sa più come spiegare che lo “strapotere” degli assistenti sociali stando a quanto dice il Tribunale dei Minori di Bologna semplicemente non esiste

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Un paio di giorni fa è uscita la notizia sull’esito del riesame delle richieste di affido fatte dai servizi sociali del comune di Bibbiano compiuta dal Tribunale dei minori di Bologna. Commentando la notizia ci eravamo sorpresi che molti di quelli che da mesi chiedono di parlare di Bibbiano non ne avessero parlato. Tra questi la senatrice leghista Lucia Borgonzoni, che in Senato durante la fiducia al governo Conte 2 aveva esibito una graziosa maglietta con scritto parliamo di Bibbiano e che inizialmente non aveva detto nulla.

L’arrampicata sugli specchi di Lucia Borgonzoni su Bibbiano

La sera del 9 ottobre la senatrice della Lega ha condiviso un pensiero della deputata Alessandra Locatelli che pur ribadendo «il massimo rispetto per il lavoro dei giudici» faceva presente che «tutti noi abbiamo visto i VIDEO, ascoltato le INTERCETTAZIONI e parlato con le VITTIME di quel sistema che di sano non ha proprio nulla!». Insomma massimo rispetto per la magistratura ma sembra quasi di capire che il lavoro della magistratura è inutile perché noi, la gente, sappiamo che il sistema non è sano. «Una vergogna!» conclude il post. E non si capisce se la vergogna è il risultato dell’esame del sistema degli affidi compiuto dal Tribunale competente o il fatto che i giudici non accettino il verdetto della giuria del popolo in un processo che deve ancora iniziare.

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Ieri Lucia Borgonzoni è tornata sull’argomento per spiegare che «il Sistema Bibbiano non erano i magistrati ma i servizi sociali» e che «il Sistema Bibbiano esiste, quello denunciato da molti, che ha portato ad arresti ed altre misure cautelari, non era contro i magistrati del Tribunale per i Minori, dei quali oggi si dichiara l’estraneità ai fatti, ma di dirigenti dei servizi sociali territoriali della Val D’Enza, tutt’ora sottoposti a misura». Ora in linea di principio vale la pena di ricordare che un sistema “esiste” se ne viene provata l’esistenza nelle aule di tribunale. Visto che non solo non è stata emessa alcuna sentenza definitiva ma nemmeno è iniziato il dibattimento dire che “il sistema esiste” solo perché è stata avviata un’indagine è un’affermazione quantomeno azzardata.

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Ma la Borgonzoni continua e spiega che il suo partito «non ha infatti attaccato il Tribunale per i Minori ma i servizi sociali, come dimostra quest’ultima verifica, il Sistema Bibbiano era formato da “mele marce” a livello di servizi sociali che hanno di fatto raggirato la magistratura che ne era ignara». Il problema che questa versione dei fatti non corrisponde esattamente alla verità. Perché la Lega ha puntato il dito anche contro il Tribunale dei Minori di Bologna.

Quando la Lega puntava il dito contro i tribunali dei minori

Ad esempio il 19 settembre  l’onorevole Alessandro Morelli (già direttore di Radio Padania) spiegava il sistema di Bibbiano affidandosi alle rivelazioni dell’ex giudice del Tribunale dei Minori di Bologna Francesco Morcavallo: «il tribunale dei minori può rischiare di essere una macchina giudiziaria infernale secondo Morcavallo. Perché vede le toghe troppo vicine agli assistenti sociali, è il giudice infatti che dispone gli allontanamenti». Il che è ben diverso da sostenere che la magistratura “era ignara” come dice oggi la Borgonzoni. Tanto più che Morelli nel suo video pubblicato anche sulla pagina Facebook della Lega parlava anche del fatto che «non si verifica se le notizie sono vere» (intendendo i fascicoli dei Servizi Sociali) e elencava i tre elementi del “sistema”: «cooperativa, magistratura dei minori e politica».

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Ora che la Borgonzoni fosse a conoscenza delle teorie di Morcavallo è fuori di dubbio, visto che ha partecipato ad un convegno proprio assieme all’ex giudice di Bologna che nei giorni caldi dell’inchiesta su Bibbiano raccontava delle «anomalie enormi» delle mancanze di verifiche da parte dei giudici sulle relazioni dei Servizi Sociali che si traducevano di fatto nel lasciare mano libera agli assistenti sociali per poter poter portare via i bambini.

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Anche se la narrazione contro i Tribunali dei Minori non è stata il filone principale è indubbio che la Lega abbia parlato dello strapotere dei Servizi Sociali della Val D’Enza (e in generale in tutta Italia) che riescono in qualche modo a condizionare l’operato dei giudici e ad ottenere quello che vogliono. E se vogliamo credere all’esistenza del “Sistema Bibbiano” non potrebbe essere altrimenti visto che stiamo parlando di affidi giudiziali, ovvero casi in cui l’affidamento dei minori viene stabilito da un giudice. Si è parlato di centinaia di casi quando i numeri reali sono questi. E si è parlato di centinaia di casi ben sapendo che l’inchiesta “Angeli e Demoni” ne riguarda una decina. Per di più la senatrice Borgonzoni finge di non aver letto che l’indagine interna del Tribunale dei Minori di Bologna ha dimostrato che su cento richieste di affidamento giudiziale presentate dai servizi sociali della Val d’Enza ne erano state accolte solo quindici.

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Per gli altri 85 non era stato deciso l’allontanamento dalla famiglia e quindi è davvero difficile parlare di “bambini rubati” come ha fatto ad esempio Matteo Salvini parlando della vicenda. Già questo dovrebbe bastare per capire che il presupposto “sistema” non solo non esiste ma nemmeno ha tutto questo potere di condizionare la magistratura “ignara”. Ma ci sono anche altri numeri. Il mensile Vita ha pubblicato un articolo dove spiega che per quanto riguarda i casi dei minori oggetto dell’indagine della Procura di Reggio Emilia su 9 bambini che erano stati dati in affido 7 erano già tornati nelle proprie famiglie d’origine prima dello scoppio del caso. Parlare di Bibbiano per quattro mesi non è quindi servito a nulla. I bambini erano già tornati a casa, l’intreccio demoniaco servizi sociali-magistratura-cooperative non esercita alla prova dei fatti quel potere enorme al fine di strappare i bambini dalle famiglie di cui parlavano certi politici e se ci sono delle “mele marce” o persone che hanno abusato della loro posizione lo si vedrà al processo. Nel frattempo alla Borgonzoni s’è sgonfiato Bibbiano.

 

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