Fase 2 nel Lazio: cosa riapre dopo il 13 aprile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-07

Il piano della Regione Lazio per avviare la fase 2. Alla ripresa le mascherine saranno distribuite alle scuole e nei principali uffici pubblici, dall’Anagrafe agli altri sportelli dove ci si mette in coda. Priorità anche alle Rsa, le residenze per anziani particolarmente bersagliate dal Covid. Agli autisti dei bus le protezioni stanno già arrivando. I privati invece dovranno fare da soli

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La data segnata sul calendario è per ora ancora quella del 13 aprile, giorno in cui scadrà l’attuale decreto del governo Conte che fissa il lockdown in tutta Italia. Ma negli uffici della Regione in via Cristoforo Colombo, racconta il Messaggero, oggi si studia la “fase 2” del Lazio. Ovvero si comincia a programmare come gestire la graduale riapertura delle attività e il ritorno progressivo della gente in strada, negli uffici e nei negozi. O in metropolitana, dove il Comune ipotizza il contingentamento degli accessi.

Fase 2: cosa riapre dopo il 13 aprile nel Lazio

Secondo il quotidiano la Pisana non dovrebbe imporre l’obbligo di coprirsi il viso, come si è visto in altre parti d’Italia, dalla Lombardia alla Toscana dove la mascherina diventerà imprescindibile per uscire di casa. Non si seguirà nemmeno la via tracciata da altre Regioni come il Friuli e la Val d’Aosta, che prevedono sì questa prescrizione, ma solo per chi entra dentro i supermercati. Nel Lazio no: niente obbligo per chi è in giro. Ci si atterrà alle indicazioni che arriveranno dal governo nazionale, su input del comitato tecnico-scientifico dell’emergenza. Ma ci saranno comunque obblighi:

Alla ripresa le mascherine saranno distribuite alle scuole e nei principali uffici pubblici, dall’Anagrafe agli altri sportelli dove ci si mette in coda. Priorità anche alle Rsa, le residenze per anziani particolarmente bersagliate dal Covid. Agli autisti dei bus le protezioni stanno già arrivando. I privati invece dovranno fare da soli.  La Regione per ora ha ordinato 27 milioni di pezzi. Non sono tutti uguali: si va dalla mascherina col più alto livello di protezione, l’ormai conosciuta categoria Ffp3, che riesce a bloccare quasi tutte le particelle fino a una dimensione di 0,6 micron e che sarà riservata principalmente a chi è in prima linea negli ospedali, quindi medici e infermieri.

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Coronavirus: i numeri del Lazio (Il Messaggero, 7 aprile 2020)

Agli operatori sanitari dovrebbero essere destinate, in buona parte, anche le scorte di mascherine Ffp2, con un livello di protezione medio-alto. Per tutti gli altri, come suggerito da diversi esperti, sarà prevista la mascherina chirurgica, efficace principalmente se si rispetta il distanziamento sociale, come la regola di stare a un metro da chi ci è intorno. A Roma centinaia di supermercati e farmacie hanno già iniziato ad autoregolarsi: c’è chi impone la mascherina per poter entrare e chi distribuisce guanti davanti alla vetrina. Dalla Regione assicurano: non ci sarà un’ordinanza per uniformare le varie disposizioni prese dai negozi. Ci si affida al buon senso dei privati che, dicono alla Pisana, «per ora sta funzionando».

L’avvio della fase 2 tra aprile e maggio

Secondo la Regione la Fase 2 potrebbe avviarsi tra la fine di aprile e i primi di maggio. Oggi il Corriere della Sera raccontava che il governo nazionale pensa a una data coincidente: quella del 4 maggio 2020, un lunedì a quasi un mese di distanza da oggi e a tre settimane da quella del 13 aprile. Che è di per sé importante perché, scrive oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, si pensa che già da metà aprile — subito dopo le festività pasquali — potrebbe essere concesso ad alcuni settori dell’imprenditoria e del commercio di ricominciare a lavorare.

I tempi? All’avvio della “fase 2”: una data non c’è, come ha ricordato l’altro ieri il premier Conte, ma la Pisana lavora per farsi trovare pronta tra la fine di aprile e la prima metà di maggio. Sperando che nuovi focolai non moltiplichino ulteriormente il contagio, con la conseguenza di far slittare l’allentamento del lockdown. Per ora, per fortuna, segnali in questo senso non ce ne sono. Anche per questo la Regione ha accelerato sulle ordinazioni, per essere preparata a stretto giro di posta.

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Coronavirus: la situazione a Roma e nel Lazio (Il Messaggero, 6 aprile 2020)

Già adesso, una volta arrivate, le mascherine finiscono sotto scorta. Misura necessaria, dopo una serie di furti nei presidi sanitari, dal Cto sull’Ostiense al Sant’Eugenio, all’ospedale di Cassino. I blindati delle Forze armate tengono quindi sotto stretta sorveglianza il magazzino in zona Ardeatina che custodisce migliaia di provviste, sotto le insegne della Protezione civile.

Intanto a Rieti si registra un dato di 58 casi in prevalenza già noti, relativi ai cluster delle case di riposo, notificati in ritardo e che rappresenta 1/3 dei casi totali nella regione, mentre Roma città continua il rallentamento. Buone le performance registrate dalle terapie intensive dell’Azienda ospedaliera Sant’Andrea che hanno un dato di bassa mortalità. Su dieci pazienti critici che entrano in terapia intensiva infatti otto di questi hanno un esito clinico positivo. Proseguono i controlli nelle case di cura, circa 1/3 di queste strutture sono state controllate su tutto il territorio e oltre il 60% delle Rsa.

Leggi anche: Cosa riapre il 4 maggio: il piano per la ripartenza nella fase 2

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