Fase 2 a Roma: cosa riapre dopo il 13 aprile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-06

In Campidoglio si lavora a un piano per la ripartenza che comunque sarà ben lontano dalla vita normale di prima. La prima necessità, quando riapriranno molte attività e molti servizi, è evitare assembramenti. Da qui il progetto – in verità portato avanti anche negli anni precedenti senza grandi risultati – di scaglionare gli orari d’ingresso delle scuole, degli uffici pubblici e quelli privati (si continuerà a fare ricorso allo smart working), fino alle consegne delle merci che solitamente si accavallano tra le 8 e le 9 del mattino

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La Fase 2 dell’emergenza Coronavirus a Roma, quella dell’allentamento delle misure di quarantena, è ancora questione di tempo. Ma in Campidoglio si lavora a un piano per la ripartenza che comunque sarà ben lontano dalla vita normale di prima.

 

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Spiega oggi Il Messaggero:

In quest’ottica la prima necessità, quando riapriranno molte attività e molti servizi, è evitare assembramenti. Da qui il progetto – in verità portato avanti anche negli anni precedenti senza grandi risultati – di scaglionare gli orari d’ingresso delle scuole, degli uffici pubblici e quelli privati (si continuerà a fare ricorso allo smart working), fino alle consegne delle merci che solitamente si accavallano tra le 8 e le 9 del mattino. Sul primo fronte, bisognerà confrontarsi con la direzione scolastica regionale, gli ex provveditorati, per il resto si dovrà trattare con associazioni di categorie e sindacati. Ma visto l’obiettivo – evitare traffico automobilistico o l’assalto a bus e metropolitane – è facile ipotizzare che ognuna delle parti in causa si mostri più flessibile del dovuto.

Altro nodo è quello del commercio, che – eccezione fatta per gli alimentari – ha visto crollare gli incassi tra l’80 e il 90 per cento nei mesi del lock-down. Le categorie da tempo chiedono l’esenzione dal pagamento dei tributi e guardano già per il prossimo futuro all’avvio di svendite senza i vincoli imposti dai vecchi saldi. Anche su questo fronte non si sta ragionando su una data della ripresa, ma di una regolazione delle aperture per evitare assembramenti. Il Campidoglio nelle scorse settimane ha polemizzato con le Regioni per la chiusura anticipata dei supermercati e ha emesso due circolari per vincere le ritrosie di alcuni Municipi a riattivare i mercati su sede impropria, all’aperto. Ma adesso sembra molto cauto su questo versante.

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Coronavirus: la situazione a Roma e nel Lazio (Il Messaggero, 6 aprile 2020)

Si studia infine la riapertura di negozi e di botteghe artigianali in base all’essenzialità dei prodotti offerti.

Accanto alle categorie merceologiche saranno poi decisive le dimensioni, perché più piccoli sono i negozi e più sarà facile contingentare l’ingresso della clientela. Soprattutto si starebbe discutendo di far rialzare le saracinesche in un secondo momento o soltanto in alcuni giorni della settimana a tutte quelle attività non reputate essenziali. Nulla ancora è stato deciso, ma in quest’ottica un venditore di abbigliamenti potrebbe ritrovarsi con più restrizioni rispetto a un parrucchiere.

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