Cosa c’è dietro Giorgetti che deride Borghi sui minibot

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-06-24

Mentre su Twitter Borghi ha cercato per tutta la sera di negare che Giorgetti avesse detto quello che ha detto e di additare i media come responsabili di un complotto di manipolazione, Giorgetti pensava a Bruxelles. E al governo gialloverde che non dura

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«C’è ancora chi crede a Borghi? Ma vi sembrano verosimili i minibot? Se si potessero fare, li farebbero tutti»: ieri Giancarlo Giorgetti ha dato l’esatta dimensione della situazione nella Lega deridendo il collega Claudio Borghi, “padre” dei minibot e insieme ad Alberto Bagnai membro dell’accoppiata no-euro del Carroccio.

Cosa c’è dietro Giorgetti che deride Borghi

Ma cosa c’è dietro la sciabolata di Giorgetti a Borghi sui minibot? Intanto c’è da registrare che l’onorevole e presidente della Commissione Finanze ha cercato di sostenere che fosse tutta colpa dei giornali e ha detto prima di aver sentito e poi di non aver sentito Giorgetti:

«Ma si figuri, era una battuta scherzosa, cosa mai c’è da commentare».

Ho visto che lei ha appena fatto un tweet per invitare il popolo del web a non prestare ascolto a delle dichiarazioni fuori contesto. Ma come fa a esserne così certo?
«Ma sentite Giorgetti, no».

Ma io voglio sentire lei!
«Ma è un’intervista sul nulla».

borghi giorgetti

«È soltanto una battuta, mi creda», ripete.

Le leggo quel che ha detto Giorgetti: “C’è ancora chi crede a Borghi? Ma vi sembrano verosimili i minibot? Se si potessero fare, li farebbero tutti”.
«Ma non ha cambiato idea».

Ne è sicuro?
«Me l’ha detto anche lui».

L’ha sentito?
«Sì, mi ha detto che scherzava, anche lui è basito di come sono state interpretate» (Poco dopo a Radio Capital dirà di non avere sentito Giorgetti).

Per tutta la serata Borghi ha cercato su Twitter di sostenere la tesi che Giorgetti non avesse detto nulla di tutto questo e ha indicato i media cattivi come colpevoli di chissà quali manipolazioni nei confronti del pensiero di quel santo di Giorgetti che non voleva dire quello che ha detto.

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Si tratta della strategia della negazione, che si utilizza di solito quando il marito viene beccato dalla moglie a letto con un altro: negare, negare anche l’evidenza e come va, va. D’altro canto Borghi parla alla platea dei no-euro, ovvero a gente che crede all'”uscita dall’euro di Schroedinger”, come il famoso gatto: finché viene tenuto nella scatola esiste e non esiste, ma allo stesso tempo è un’ottima arma di propaganda. La tecnica, utilizzata da Salvini, permette ai leghisti di prendere i voti dei no-euro promettendogli l’uscita nei giorni pari e negarla in pubblico nei giorni dispari.

I minibot e il programma di governo

A parte la tecnica evidentemente furbissima di Borghi, è evidente che la mossa di Giorgetti serve in primo luogo a sé stesso e poi alla Lega.  Ricorda oggi Repubblica che il suo nome circola come possibile candidato a una poltrona di commissario europeo. Il risiko delle nomine sta per entrare nel vivo. E certo smontare i minibot aiuta. Tanto più se l’Italia è a un passo dalla procedura di infrazione per debito eccessivo. Goffredo De’ Marchis tratteggia una traiettoria in cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio lavora per il suo futuro:

Qui spunta il sorriso sornione di Giorgetti. Ormai non si tratta più di essere a favore di Giovanni Tria o di Giuseppe Conte (con il quale certamente non è in buoni rapporti), ma di risparmiare all’Italia un percorso di lacrime e sangue imposto dall’Unione. Se questo implica sconfessare il guru di Salvini (quindi un po’ anche il vicepremier) il gioco vale la candela.

Da tempo il sottosegretario è il terminale di un mondo europeo che guarda con preoccupazione alle mosse dell’esecutivo gialloverde. A partire dal presidente della Bce, Mario Draghi. E sempre Giorgetti mantiene i contatti con il Colle, preoccupato per la stabilità dei conti pubblici. Bisognava mandare un segnale, farlo per tempo e farlo bene anche a costo di andare contro il proprio partito. Giorgetti era l’unico in grado di compiere questo gesto con una certa autorevolezza.

Oppure Giorgetti potrebbe semplicemente aver pensato che se si fosse presentato in Europa con la croce dei minibot avrebbe fatto la fine di Buttiglione all’epoca. Prendere le distanze con largo anticipo aiuta l’eventuale corsa di Giorgetti a Bruxelles. Anche perché pure secondo lui il governo gialloverde non dura.

EDIT: Claudio Borghi scrive che Giorgetti l’ha sentito dopo l’intervista a Radio Capital.

CLAUDIO BORGHI

Leggi: Salvini e la manovra d’estate

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