Cosa cambia per chi investe con lo spread a 200

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-05

Per avvicinarsi al 2% lordo (senza in ogni caso raggiungerlo) bisogna buttarsi su scadenze decisamente più lunghe. E quindi accettare il rischio tassi, quello che accompagna gestori professionali e investitori privati ormai da molto tempo

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Ieri abbiamo spiegato che lo spread tra titoli italiani e bund tedeschi è in discesa perché l’Europa ha reso inoffensivi Salvini e Di Maio. L’altroieri l’Italia ha ufficialmente evitato la procedura d’infrazione sul debito dopo aver cacciato 7,6 miliardi dal bilancio con una manovra correttiva sulla quale né Di Maio né Salvini, entrambi assenti al CdM che l’ha varata, ci hanno messo la faccia come loro abitudine.

Ma se la notizia è buona per i contribuenti, per gli investitori diventa più difficile perché quando i rendimenti scendono i prezzi salgono e dunque per chi desidera acquistare e tenere fino a scadenza diventa complicato trovare titoli che costino meno di 100, la condizione ideale che offre ai cassettisti anche la rivalutazione in conto capitale (il rimborso avviene a 100) oltre alle cedole. Ma c’è una via d’uscita, spiega oggi Giuditta Marvelli sul Corriere della Sera:

Chi vuole impegnarsi su scadenze brevi può puntare sul Ctz 29 giugno 2021 che ieri quotava 99,66 oppure sul Btp 15 maggio 2022, prezzo 99,85. Ma la contropartita è un rendimento davvero basso: 0,15-0,17% annuo a scadenza. Qualche soddisfazione in più allungando l’impegno con il Cct che scade il 15 gennaio 2025 e che, ai tassi attuali, offre l’1,16%. «La cedola di questa emissione variabile viene calcolata aggiungendo 1,85 punti all’Euribor semestrale», spiega Angelo Drusiani, consulente per il comparto obbligazionario di Banca Albertini, gruppo Ersel.

effetto draghi perché lo spread scende

Per avvicinarsi al 2% lordo (senza in ogni caso raggiungerlo) bisogna buttarsi su scadenze decisamente più lunghe. E quindi accettare il rischio tassi, quello che accompagna gestori professionali e investitori privati ormai da molto tempo. Cercando tra i pochi titoli che costano meno di 100, dice Drusiani, si trova per esempio il Btp ultradecennale 1° marzo 2032 che ieri quotava 98,23 e che offre un rendimento lordo a scadenza dell’1,82%. In un mondo che ha ricominciato a girare sottozero, con i titoli a tassi negativi che hanno raggiunto nuovi record storici (quasi 13 mila miliardi), i Btp sono comunque generosi. E questa, se ci rimettiamo la giacca da contribuenti, non è una buona notizia.

Leggi anche: Come il governo Conte si è calato le braghe per evitare la procedura di infrazione

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