Il Coronavirus e quegli undicimila (!) morti inspiegabili

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-05-05

Il rapporto dell’ISTAT sulla mortalità ha messo una patata in bocca a quei miserabili fregnacciari che era arrivata persino sul Sole 24 Ore a dire che i morti non erano poi così tanti, sulla scorta dell’altra pletora di cazzari del partito “È solo un’influenza”. Ma purtroppo ci lascia anche altre domande in più. Le cui risposte potrebbero essere ancora più tragiche

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Il rapporto congiunto dell’ISTAT e dell’Istituto superiore di sanità sulla mortalità in Italia tra febbraio e marzo che “per la prima volta” si riferisce a un numero “consistente” di Comuni, 6.866 (l’87 per cento dei 7.904 complessivi) pari all’86% della popolazione residente in Italia, ha azzittito di colpo la pletora di cazzari che era arrivata persino sul Sole 24 Ore a dire che i morti non erano poi così tanti, sulla scorta dell’altra pletora di cazzari del partito “È solo un’influenza” nato durante l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2.

Coronavirus: gli 11mila morti senza motivo in Italia

Purtroppo il rapporto, chiudendo una questione, ne apre un’altra: nei Comuni in questione, dal 20 febbraio quando è iniziata ufficialmente l’epidemia al 31 marzo 2020, sono morte 90.946 persone contro le 65.592 della media 2015-19. La differenza è 25.354: +38,6 per cento. “Di questi – si legge nel rapporto – il 54 per cento è costituito dai morti diagnosticati Covid-19”, che al 31 marzo erano 13.710 nei Comuni del campione e ieri in tutta Italia sono arrivati a 29.079. Ci sono dunque “circa 11.600 decessi”, scrivono Istat e Iss, per i quali ad oggi si possono “soltanto ipotizzare tre possibili cause: una ulteriore mortalità associata a Covid-19 (decessi in cui non è stato eseguito il tampone), una mortalità indiretta correlata a Covid-19 (decessi da disfunzioni di organi quali cuore o reni, probabili conseguenze della malattia scatenata dal virus in persone non testate, come accade per analogia con l’aumento della mortalità da cause cardiorespiratorie in corso di influenza) e, infine, una quota di mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette”.

11MILA MORTI INSPIEGABILI CORONAVIRUS
Il rapporto ISTAT sulla mortalità in Italia ai tempi del Coronavirus (La Repubblica, 5 maggio 2020)

C’è anche da osservare che il rapporto disegna un’Italia spezzata in due e la mortalità in crescita è il risultato della media del pollo di Trilussa, visto che in alcune regioni è diminuita, forse proprio a causa del lockdown: evidentemente in alcune città aver tenuto le persone a casa per due mesi ha ridotto il numero di eventi traumatici, primi tra tutti incidenti stradali e sul lavoro, e di conseguenza anche dei decessi. È quanto accaduto ad esempio a Roma. I dati che fanno paura, spiega oggi Michele Bocci su Repubblica, sono quelli del nord:

In 36 province del Nord la mortalità è raddoppiata. Andando nello specifico si incontrano numeri enormi. A Bergamo l’aumento è stato del 568%, a Cremona del 391, a Lodi del 370 a Brescia del 290 a Piacenza del 264 a Parma 208 e così via. A Roma, invece, si è visto un calo del 9,7%. La capitale è stata una delle città con una diminuzione più spiccata. A superarla ci sono Rieti (–16,5) e Matera (–11,3).

Agrigento invece ha avuto un — 8% e Salerno un — 7,7. Da notare come nei mesi di gennaio e febbraio in tutte le province la mortalità sia stata inferiore a quella attesa, probabilmente perché l’influenza quest’anno aveva colpito meno duramente che in passato. Quando è arrivata la pandemia di coronavirus ha trovato così moltissime potenziali vittime e tra loro chi era sopravvissuto alla malattia stagionale.

Tornando al dato sui morti inspiegabili, anche Repubblica ricorda che da tempo gli specialisti si dicono preoccupati perché alcuni pazienti non si presentano nei pronto soccorso o lo fanno troppo tardi. I cardiologi ad esempio hanno raccontato di infarti arrivati quando ormai non c’era più niente da fare. Ora Istat e Istituto superiore di sanità hanno gli stessi timori.

Le bare di Bergamo e i poveracci che le negavano

Certo, questo adesso sarebbe il momento di stampare questo rapporto e farlo ingoiare alla pletora di poveracci che andava in giro a spacciare foto di Lampedusa per quelle di Bergamo per affermare che in realtà i morti erano molti di meno o che non c’erano mai stati. Ma siccome si tratta di gente bacata di suo, c’è da scommetterci che farebbe in modo di inventarsi un’altra fregnaccia o direbbe che l’Istat mente sui morti perché è d’accordo con il governo che è d’accordo con l’OMS che è d’accordo con Bill Gates che al mercato mio padre comprò. Perché far ragionare gli italiani, così come governarli (cit.), non è difficile: è inutile. Eppure, spiega oggi il Fatto, i numeri del disastro sono tutti qui:

Nelle aree a “bassa diffusione”i decessi del marzo 2020 sono mediamente inferiori dell’1,8 per cento alla media 2015-19. Istat e Iss attestano che le donne contraggono il virus leggermente più degli uomini, il 52,7 per cento dei casi. L’età mediana è 62 anni. Nelle fasce d’età 0-9 anni. 60-69 e 70-79 gli uomini contagiati sono però più numerosi delle donne. Sopra i 90 anni le donne sono più del triplo degli uomini, “probabilmente”per la “netta prevalenza di donne in questa fascia d’età”. Gli uomini comunque muoiono molto di più delle donne, salvo la fascia 0-19 anni.

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Soprattutto trai 70 e 79 anni: l’aumento è di circa il 50 per cento. Le donne non vanno oltre il 20 per cento nelle fasce più colpite. Nel complesso, fin dai primi di marzo nelle aree più colpite i morti Covid-19 superano quelli registrati nel 2017 per altre malattie come il diabete, le demenze e l’Alzheimer. A metà mese superano i decessi per l’insieme delle malattie respiratorie e dei tumori; in poco più di venti giorni i morti Covid-19 sorpassano i morti per tutte le cause del marzo 2017.

Se davvero finisse per essere confermato che i morti in più si spiegano con una mancata diagnosi di COVID-19, bisognerebbe aggiornare anche il tasso di letalità della malattia. Se invece fosse vero che tanta gente è morta perché gli ospedali erano congestionati dal Coronavirus, la notizia sarebbe ancora più terribile. E purtroppo entrambi i fattori ci fanno concludere che in ogni caso è stata la politica la più incapace nel gestire la preparazione e poi nell’affrontare l’emergenza. Quando avranno finito di inseguire la gente con i droni, magari se ne accorgeranno anche gli altri.

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