Coronavirus, il nostro Cigno Nero

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-03-05

La Trilogia Galattica di Isaac Asimov ruota intorno alla figura di Hari Seldon. E’ un matematico all’Università di Streeling e primo ministro per l’Imperatore della Galassia Cleon I dal 12028 al 12038 ed è l’inventore della psicostoria. Scienza, che tramite complesse equazioni matematiche riesce a predire con esattezza gli eventi futuri. Tutto procede come previsto …

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La Trilogia Galattica di Isaac Asimov ruota intorno alla figura di Hari Seldon. E’ un matematico all’Università di Streeling e primo ministro per l’Imperatore della Galassia Cleon I dal 12028 al 12038 ed è l’inventore della psicostoria. Scienza, che tramite complesse equazioni matematiche riesce a predire con esattezza gli eventi futuri. Tutto procede come previsto dalla psicostoria quando compare sulla scena il Mule che è un mutante dotato di enormi poteri psichici, e che grazie a questi poteri cambia la direzione del corso della storia. Questo tipo di evento è chiamato Cigno Nero. Questo termine nasce o dalla frase latina “rara avis in terris nigroque simillima cygno”. Ossia gli antichi Latini usavano la metafora del cigno nero per indicare un fatto impossibile. Ma, in realtà, in Australia esistono i cigni neri e quindi, continuando con la metafora, è sempre possibile che si materializzi all’improvviso un evento da noi non considerato e previsto. La pandemia di Coronavirus è il nostro cigno nero.

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Fino all’esplosione di questa pandemia, la politica Italiana aveva trovato un suo equilibrio. In Parlamento c’era una maggioranza anti Salvini che non voleva andare alle urne. Non c’era una maggioranza capace di governare, ma sicuramente capace di fare l’ordinaria amministrazione. Sia Mattarella che il Papa, in maniera molto discreta, ma sicuramente decisa, sostenevano l’operato del Governo che ragionevolmente sarebbe arrivato a scadenza rieleggendo probabilmente Mattarella come Presidente in qualità di garante di questa alleanza governativa. E’ scoppiato il Coronavirus e questo quadro idilliaco è saltato. L’unica cosa certa è che Conte durerà fino alla fine dell’emergenza per due ragioni: non si cambia il comandante in capo durante una guerra e nessuno vuol prenderne il posto perché tutti temono disastri. Nessuno vuole assumere la responsabilità di una probabile Caporetto. Nessuno vuole essere Cadorna… mentre tutti vorrebbero essere in sella nel momento in cui si spera si potrà declamare il bollettino della vittoria.

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L’impressione, adesso, è che stiamo rivivendo i versi danteschi: nave senza nocchiero in gran tempesta. Il Presidente Mattarella non ha rivolto nessun discorso alla Nazione (mentre a mio parere sarebbe stato meglio per tranquillizzare gli Italiani). Anche il Papa, per cause indipendenti dalla Sua volontà (si dice un raffreddore), ha cancellato tutti gli impegni ufficiali e sta ristabilendo la Sua salute chiuso in Vaticano. Conte alterna, senza una logica apparente, momenti in cui diffonde panico a momenti in cui minimizza il rischio. Ad esempio, il provvedimento di chiusura di scuole ed università, come ha fatto capire il Comitato Scientifico, ha veri effetti solo se ha una durata di qualche mese e non se è limitato a 10 giorni . Altrimenti più che a contenere la diffusione, questa chiusura serve solo a generare panico e disservizio. Se l’epidemia non si fermasse, oltre a essere causa di morte per molte persone (potrebbe persino essere un’emergenza umanitaria se il picco di malati facesse collassare il sistema sanitario nazionale), creerebbe gravi problemi economici. L’impatto è stimato da 2 a 10 punti di PIL (turismo fermo, made in Italy in affanno, macchina produttiva italiana che si sta imballando). Stiamo entrando in recessione (prevista, per il momento, una decrescita del PIL dello 0,3%). Inoltre il nostro ministro dell’Economia non ha un background accademico di economia (è uno storico) e non sembra avere l’autorevolezza di un Draghi come sarebbe opportuno in questo momento.

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Ma in Italia un Governo non cade prima del tempo solo perché l’economia va a rotoli, ma soprattutto perché i partner europei lo considerano inadeguato. Cosa pensano di noi gli altri paesi Europei? Qui si registrano opinioni contrastanti. Sicuramente siamo considerati il ventre molle dell’Europa, il parente povero ed inaffidabile che crea solo guai, da “educare” anche con maniere forti, ma, a livello di post su FB, si capisce che il popolo degli altri paesi non crede ai numeri propinati dai loro governanti. Ritiene che mentre in Italia il Governo sarà pure incapace ma è stato almeno trasparente, nei loro Paesi, i loro Governi sono altrettanto incapaci di quello Italiano ma con l’aggravante di nascondere la verità. L’evoluzione della pandemia e il suo impatto in Italia e in Europa determineranno l’evolversi degli eventi. E troppo presto per sbilanciarsi in previsioni. Quando un cigno nero si materializza, la psico-storia non funziona più.

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