Coronavirus, il decreto: cosa succede a tasse, mutui, bollette e rate

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-03-11

Il governo Conte sta valutando due ipotesi: un blocco totale oppure un semplice slittamento delle scadenze, a partire da quella del 16 marzo per i versamenti Iva. Mentre sembra certo lo stop alla riscossione delle cartelle fiscali, dei distacchi di luce e acqua in caso di morosità. E soprattutto delle rate dei mutui per famiglie e imprese

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Il decreto legge che potrebbe essere approvato nelle prossime ore per l’emergenza Coronavirus prevede lo stop a tasse, mutui, bollette e rate. Spiega oggi il Corriere della Sera che il governo Conte sta valutando due ipotesi: un blocco totale oppure un semplice slittamento delle scadenze, a partire da quella del 16 marzo per i versamenti Iva. Mentre sembra certo lo stop alla riscossione delle cartelle fiscali, dei distacchi di luce e acqua in caso di morosità. E soprattutto delle rate dei mutui per famiglie e imprese, probabilmente solo per chi ha subito conseguenze economiche dirette dall’emergenza di questi giorni e in ogni caso per chi ha un’attività autonoma.

Coronavirus, il decreto: cosa succede a tasse, mutui, bollette e rate

Il tutto grazie a una garanzia pubblica per sostenere il sistema bancario. Una misura affiancata da un sostegno alla liquidità delle imprese, per evitare che siano travolte dal blocco di questi giorni. Il Sole 24 Ore spiega che il tutto potrebbe essere concretizzato grazie a un sistema di garanzie del valore di 2 miliardi affidate al Fondo di garanzia per le Pmi gestito dal Mediocredito centrale.

L’operazione non è così semplice. Perché se sulle tasse lo Stato può decidere in autonomia, altrettanto non può accadere per il settore privato. Tanto è vero che per rendere operative le moratorie saranno usati strumenti già esistenti: per quanto riguarda le imprese, sabato scorso l’Abi ha annunciato un accordo con le categorie imprenditoriali per estendere, attraverso un Addendum all’accordo sul credito 2019, ai prestiti erogati tra il 15 novembre 2019 e il 31 gennaio 2020 la possibilità di sospendere fino a un anno il pagamento della quota capitale di un finanziamento in bonus o chiederne l’allungamento, per i prestiti di durata inferiore a un anno, di altri 270 giorni. Sempre per le Pmi, nel caso di mutui è possibile un allungamento fino al 100% della durata residua del prestito.

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Tutti i decreti Coronavirus (Il Sole 24 Ore, 11 marzo 2020)

Per quanto riguarda i mutui alle famiglie ci sono tre strumenti:

Il fondo istituito per le prime zone rosse e gli 11 comuni interessati dallo stato di emergenza legato al coronavirus e che ha valenza sino al 31 luglio 2020. Esso prevede la sospensione delle rate del mutuo per l’acquisto della casa per le famiglie e per gli immobili di proprietà destinati ad attività commerciali. Inoltre c’è il Fondo Gasparrini di solidarietà per i mutui legati all’acquisto delle prime case per finanziamenti del valore non superiore ai 250 mila euro e per chi ha reddito Isee non superiore a 30 mila euro.

Inizialmente il fondo era attivabile per caso di morte, handicap grave, perdita di lavoro con uno stop fino a 18 mesi della rata, sia capitale e interessi . Il decreto 9 del 2 marzo scorso ha ampliato la portata anche a chi subisce riduzione delle ore di lavoro e sospensione del lavoro e ha validità su tutto il territorio nazionale. In questo caso, però, l’accordo non è immediatamente operativo, ma serve un decreto applicativo per identificare i requisiti di chi vi può accedere. La sospensione può valere anche per 18 mesi non consecutivi.

Decreto Coronavirus: sospensione per rate, contributi e IVA

Il quotidiano spiega anche che sul tavolo anche il rinvio delle rate delle cartelle esattoriali e quelle della pace fiscale, in particolare della rottamazione e del saldo e stralcio. È su queste misure che i tecnici del Mef e le forze di maggioranza si sono confrontati per tutta la giornata di ieri. E su cui oggi tireranno le fila per rispondere alle numerose richieste di professionisti e imprese che chiedono più respiro sia in termini di adempimenti sia in termini di versamenti per la carenza di liquidità.

Un rinvio del versamento Iva, oltre a dover essere concordato con la Ue, se da una parte sarebbe una risposta per tutte le partite Iva (professionisti inclusi che non hanno ritenute), dall’altro presenta criticità sul fronte della liquidità per l’Erario. L’alternativa a una sospensione generalizzata dei tributi (Iva compresa) per tutta Italia potrebbe essere quella di agire per sostenere le filiere maggiormente colpite. In sostanza per tutti potrebbe essere disposta la sospensione delle ritenute mentre alle filiere del turismo (alberghi, ristorazione, bar e terme), fiere, trasporti, cultura, sport e spettacolo si potrebbe aggiungere la sospensione dei contributi.

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I numeri del Coronavirus in Italia aggiornati a ieri (Corriere della Sera, 11 marzo 2020)

Per garantire liquidità al sistema delle imprese, il governo sta valutando l’ipotesi di portare al 100% la garanzia del fondo per le piccole e medie imprese. Il Corriere della Sera aggiunge:

Confermate anche le misure per aiutare le famiglie che hanno figli minori rimasti a casa per la chiusura delle scuole. Riguarderanno chi ha bambini minori di 12 anni, anche se questo limite non vale in caso di disabili. Ci saranno 12 o forse 15 giorni di congedo parentale straordinario, in cui si prenderà almeno il 30% della paga giornaliera, il livello effettivo sarà agganciato al reddito. In alternativa c ’è un voucher da 600 euro per pagare la baby sitter. In alcuni casi specifici, anziani non autosufficienti che di giorno sono ospitati in strutture pubbliche, il buono sarà utilizzabile anche per le badanti. Il pacchetto sarà utilizzabile non solo dai lavoratori dipendenti ma anche da quelli autonomi.

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Decreto emergenza Coronavirus: cosa prevede (La Stampa, 11 marzo 2020)

Ma si tratta di interventi che potrebbero non bastare con una spirale economica che si avvita sempre più veloce. Il congedo parentale straordinario retribuito al 30% dovrebbe essere varato oggi. Intanto anche Bruxelles si muove. La Stampa fa sapere che l’Unione Europea introdurrà anche un nuovo fondo d’investimenti dedicato proprio all’emergenza Coronavirus, con una dotazione iniziale di 7,5 miliardi, «per garantire liquidità già dalle prossime settimane» assicura Ursula von der Leyen, ma l’obiettivo è di farlo lievitare a 25 miliardi. Sarà destinato al settore sanitario, alle piccole e medie imprese, al mercato di lavoro, e ai settori economici più colpiti dagli effetti dell’epidemia. Nel frattempo il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, intervenuto ai microfoni di RTL 102.5 durante “Non Stop News”, precisa che si sta facendo il possibile per il blocco dei mutui ma non sarà possibile bloccare il pagamento di tutte le tasse. “Prima rimetteremo sotto controlla la situazione, prima ripartirà l’economia, e per farlo non basta il sistema sanitario. Il primo punto è cambiare i comportamenti di ognuno di noi rimanendo a casa il più possibile, limitando al minimo indispensabile le nostre relazioni sociali”. “Ci sarà anche una sospensione del versamento di alcune imposte, anche in questo caso dobbiamo dire la verità: non è immaginabile che si blocchi totalmente il versamento dei tributi, perché altrimenti lo Stato non avrebbe i soldi per fare quello che deve fare, però faremo interventi importanti anche da quel punto di vista e costituiremo un fondo che poi decideremo successivamente come utilizzare, anche per indennizzare e compensare, almeno parzialmente, i settori maggiormente colpiti dalle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria. Confermo che ci sarà un intervento sulla questione del pagamento di alcune tasse e contributi. cercare di dare una mano anche alle famiglie”

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